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L'Apetta Giulia e la Signora Vita
Colori accesi, luminosi, vivaci: gialli, rossi, arancio. Il colori del miele con una punta di allegria per adeguare un concetto adulto come quello del potere e della sua gestione all'acuta sensibilità dei bambini.

19.05.2009 - Autore: Teresa Manuela Plati e Cristina Cucciniello
L'Apetta Giulia e la Signora Vita, questo il titolo del musical animato tutto made in Italy, distribuito dalla Esse&Bi cinematografica, nelle sale dal 19 settembre.
Un cast di doppiatori eccezionali e tante belle canzoni per un film che, come sostiene il regista Paolo Modugno, "è stato piacevole da fare e anche necessario".
La storia si apre con la nascita di una piccola ape che si affaccia all'avventura della vita con la gioia di chi muove i primi passi: entusiasta, curiosa, impaziente di sperimentare il maggiore numero di esperienzecantando.
La piccola miele d'acacia come viene spesso chiamata dalla madre è, però, un'ape operaia. Come tale è destinata ad una vita breve, monotona e ripetitiva dove il suo ruolo sarà "aumentare la produzione di miele".
L'apetta 333.22.21.20, questo il suo numero di codice, è però dispettosa e ribelle e rifiuta questo destino. Per questo la sua prima rivendicazione all'ape regina è essere chiamata con un nome vero, Giulia, appunto.
La madre, ovvero l'ape regina, è bellissima, seducente e innamorata della sua piccola. Sa che non potrà cambiare il destino di Giulia ma le fà un dono. Ogni sera le racconta delle favole sulla vita degli esseri umani per permetterle di sfiorare il senso dell'esistenza.
"Perché proprio sugli esseri umani?" chiede Giulia.
"Perché gli umani hanno sempre usato noi per raccontare le loro storie, è giusto che io gli restituisca il favore" commenta l'ape regina nel suo magnifico palazzo.
Così Giulia, sempre più stanca e un po' più vecchia, si reca tutte le sere dalla madre per ascoltare le storie su Sarah e Simone, i bambini protagonisti delle favole.
Il racconto parte dalla loro attesa nel Paradiso prima di iniziare il cammino verso la vita. Quello di Sarah, che canta nel pancione della mamma, sarà incerto fin dall'inizio. Quello di Simone, invece, sarà segnato dall'impazienza di venire al mondo.
Le storie si susseguono lungo la vita dei due protagonisti, dalla comune infanzia curiosa e colorata, alla difficile adolescenza di Sarah, alla gioiosa esistenza matura di Simone, fino alla serena vecchiaia. Nel loro cammino entrambi fanno strani incontri: dall'Angelo Matto di Sarah, al cavallo Bobo, agli abitanti dell'anima delle cose.
Colori accesi, luminosi, vivaci: gialli, rossi, arancio. Il colori del miele con una punta di allegria per adeguare un concetto adulto come quello del potere e della sua gestione all'acuta sensibilità dei bambini.
Il film si chiude con la stessa speranza con cui si apre. Nonostante l'ultima favola parli della morte, l'Apetta Giulia ne comprende il vero e necessario significato e l'affronta tranquillamente.
Belle e commoventi le musiche di Irene Grandi che caratterizzano tutto il film. Deliziosi i disegni di Barbara Brocchi e Giulia Dietrich. Da scoprire le voci di Nino Manfredi e di Raf, che animano Angelo e Bobo.
L'Apetta Giulia è un film grazioso e dolce, che stupirà ed emozionerà.