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L'ape Maia
Tra i personaggi dei cartoni animati che tutti, ma proprio tutti, conoscono tra quelli trasmessi in Italia c'è la simpatica Ape Maia che torna finalmente dopo una lunga assenza.

19.05.2009 - Autore: Roberto Arduini
Tra i personaggi dei cartoni animati che tutti, ma proprio tutti, conoscono tra quelli trasmessi in Italia c’è “l’Ape Maia”. Le sue avventure sono state tradotte in 43 lingue e trasmesse in oltre cinquanta paesi. Creata e disegnata nel 1975 da Marty Murphy, la serie a cartoni animati, nata da una co-produzione nippo-tedesca, è ricca di contenuti educativi. Fu trasmessa in Giappone nel 1975, ma arrivò in Italia solo nel 1979 grazie alla messa in onda su RaiUno alle 17.00.
Tutte le avventure sono tratte dai racconti ”L’Ape Maia e le sue avventure” (”Die Biene Maja und ihre Abenteuer”) e ”Il popolo del cielo” (”Das Himmelsvolk”) dello scrittore tedesco Waldemar Bonsels (1881-1952).
”Ogni anno, all’inizio della stagione, la regina deponeva le uova, dalle quali nascevano nuove api. Ed è proprio a questo punto che comincia la meravigliosa storia dell’Ape Maia”. Con queste parole inizia il primo libro e la prima puntata del cartone animato. Appena nata, la protagonista Maia viene affidata a Cassandra, la maestra, insieme a un altro gruppo di piccole api. Fin dall’inizio il carattere curioso di Maia la rende impaziente di scoprire ciò che la circonda. Nei primi giorni di vita nel suo alveare, Maia conosce Willi, un ape un po’ indolente. Il loro primo incontro è emblematico. L’Ape Maia era impaziente, per lei tutto era una novità. A chiunque passasse vicino alla sua cella faceva una quantità di domande. ”A che cosa serve questo? Dove vai con quell’arnese? Come ti chiami? Perché hai cosi fretta?”. Ma nessuno aveva il tempo di risponderle. Si accorse che vicino a lei c’era qualcuno che dormiva ancora, coperto da una minuscola foglia. ”Sveglia! È ora! Cosa fai ancora a letto?”, urlò nelle orecchie di un’ape piccola quanto lei. ”Guarda, ho le ali e riesco a volare. Prova anche tu”. Willi allora aprì gli occhi e vide le ali di Maia. ”Accidenti! Chi mi ha svegliato da questo sogno meraviglioso?”, disse, sottolineando il disappunto con un solenne sbadiglio.
Da allora e per tutte le avventure, Willi cercherà sempre di frenare l’irruenza di Maia, fallendo ogni volta miseramente. I due, ancora troppo giovani per essere assegnati a un lavoro specifico, passano le giornate esplorando il mondo che li circonda. Nella terza puntata i due amici incontrano la cavalletta Flip, che diverrà la loro consigliera e compagna occasionale. Il suo “Opla, opla, oplaplà!!”, accompagnerà le due api nelle loro passeggiate fino alla casa degli uomini.
È interessante notare come, a un certo momento, le avventure di Maia verranno per così dire ufficializzate. Nei racconti di Waldemar Bonsels la regina organizzerà un festa in cui consegnerà a Maia la patente di ape esploratrice. Nel cartone animato invece, questo avverrà di fatto, visto che Maia e Willi, dato il loro spirito d’avventura, lasceranno l’alveare. Soltanto alla fine verranno riammessi all’interno della società e troveranno un loro ruolo specifico.
Il cartone animato dell’ape Maia è molto amato dai bambini di tutto il mondo. Si tratta di un’opera intramontabile in cui dietro la descrizione delle scoperte di Maia, c’è la crescita interiore della protagonista, alla ricerca del suo ruolo nella grande comunità delle api. È la metafora della società. Maia è intelligente, curiosa, impaziente di scoprire il mondo, di conoscere nuovi amici, di non fermarsi alle apparenze. Tutta la vasta gamma di personaggi che incontra, non sono altro che i modelli di altrettanti “campioni” umani nella società. Il ragno Tecla, il topo Sebastiano, e tutti gli altri, daranno a Maia e Willi lezioni e piccoli consigli su come affrontare la vita. E gli stessi spettatori ne faranno tesoro, insieme alle due api. Nel frattempo, impareranno a conoscere più da vicino il mondo degli insetti,
che viene rappresentato in maniera originale e divertente. I disegni tondeggianti si adattano perfettamente allo spirito dell’intera serie, anche se nella seconda i personaggi si allungano, quasi a voler testimoniare la loro crescita fisica.