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L'amore ritrovato
Un treno,un uomo insoddisfatto, una donna delusa dall'amore, una relazione alle spalle e un'amore che ricomincia più forte di prima. Dal romanzo di Cassola una storia d'amore pendolare.

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Regia: Carlo Mazzacurati
Con: Stefano Accorsi, Maya Sansa
Un treno corre lungo la costa tirrenica. Tutti i giorni, con lo stesso controllore, gli stessi pendolari, le stesse fermate. È il 1936 e anche Giovanni Mansani (Stefano Accorsi) prende questo treno ogni mattina e attraversa il litorale toscano per recarsi in banca. Ha un buon impiego, una bella moglie, un figlio e poche angosce. Ma qualcosa manca, finché in una di queste solite corse mattutine Giovanni rincontra Maria (Maya Sansa), una sua vecchia fiamma. Non sarà così difficile riaverla, lei ha avuto molti uomini e non l\'ha dimenticato. Più difficile invece, è chiudere l’avventura. Doveva essere solo un’incontro fuggitivo, e invece lei lo cerca ancora, e lui non rinuncia all’occasione. Il treno li fa incontrare e poi li separa.
Ma al terzo incontro, nel buio della pineta, lui la tratta molto male. La crede responsabile di un ricatto ai suoi danni. Lei, offesa e sconvolta, se ne va . Sembra che non si incontreranno mai più.
Passano tre mesi, comincia la guerra d’Africa e Giovanni viene richiamato alle armi per un corso di quaranta giorni a Livorno. Si riaccende in lui la speranza di rivedere Maria che lavora in città come manicure. Ma dove? Un’altra volta, i due si rincontrano e si amano ancora. Ma questa volta sarà amore vero. Un amore ritrovato, mai scoperto o scoperto troppo tardi, che li lega in una felicità tragicamente instabile. Lui è sposato, ha un figlio. Non è possibile essere davvero felici insieme.
Tratto da un romanzo di Carlo Cassola (Una Relazione) “l’Amore Ritrovato” è una storia d’amore pendolare. Il treno slaccia, riallaccia, separa un uomo e una donna, un treno li porta fuori e li riporta a casa, li fa incontrare o separare per sempre. Questa passione per il treno, un po’ da romanzo russo, permette tuttavia al regista di ricostruire atmosfere e paesaggi, colori e luci della vicenda privata di un uomo e una donna insoddisfatti. La toscana degli anni Trenta è quella di Mafai e di Omiccioli, con il gradevole sottofondo dei versi di Jacopone da Todi: la storia d’amore è il più comune dei romanzi. Una relazione, la felicità, l’attesa dell’infelicità, l’infelicità e la morale. Ecco i nodi di questa vicenda, che sembrano ormai i nodi preferiti del cinema italiano.
Lentamente, sulle note di una colonna sonora assai evocativa ma assai calligrafica ( a parte un favoloso De Andrè, che fa sempre la sua parte), una tragedia incombe senza riuscire a risolversi. La parte di felicità è troppo lunga, la parte di infelicità è troppo breve, la morale è che ogni storia d\'amore, anche se finisce, arricchisce gli animi. Stefano Accorsi, additato come attore melenso nel film di Michele Placido “Ovunque sei”, non si redime dall’accusa. Maya Sansa, nonostante l’uso incontrollato del sorriso, riesce a dare un po’ di vita e di realtà al suo personaggio.
Il regista Mazzacurati ha fatto la sua parte senza infamia e senza lode, un esecuzione impeccabile a cui manca personalità.