
La seconda stagione riconferma e amplifica gli elementi radicali della prima. Linguaggio visivo e verbale estremamente veloce, scenari urbani e storie sociali fortemente degradanti, ricchezza di personaggi e cast semplicemente eccelso. E' venuto il momento di ritrovare il capofamiglia, Frank Gallagher, (William H. Macy) senza un briciolo di redenzione, malinconico e decadente, alle prese con lo sbarco del lunario. E' sempre Fiona (Emmy Rossum), la primogenita, a pensare alla numerosa famiglia, questa volta improvvisando un finto asilo nido dove è Debbie a tenere le redini della situazione. Il tempo non sembra aver intaccato la freschezza della serie, soprattutto la sua tendenza a essere totalmente amorale e scevra di qualsiasi giudizio sulle azioni dei personaggi. In Shameless tutto succede, nulla si giudica. Né il sesso nudo e crudo, né l'omosessualità, la droga, la criminalità.

Anche nella seconda stagione, è il dinamismo di chi deve pensare ogni giorno a come sostenersi economicamente a stimolare la narratività. C'era il rischio che il nuovo capitolo rimanesse stabile su questo schema, sottolineando l'individualismo della working class. Ma trame orizzontali e personaggi raccontanti con profondità interromperanno il ritmo verticale. Poi sarà solo lo spettatore a decidere se la famiglia viene prima di tutto. Perché anche nella Chicago degradata, è ancora la collettività ad essere il fulcro dell'azione, la sua risorsa più divertente, l'insieme più colorato.