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Jay and Silent Bob

La banda di Clerks guidata ovviamente da Kevin Smith torna sul grande schermo con una commedia demenziale.

Jay e Silent Bob

12.04.2007 - Autore: Leonardo Godano
La banda di Clerks guidata ovviamente da Kevin Smith torna sul grande schermo con una commedia demenziale. Smith che cita continuamente il cinema americano e soprattutto il tanto amato Star Wars (nel film ci sono i camei di Mark Hamill alias Luke Skywalker e Carie Fisher - la principessa Leia) fa capire chiaramente sin dall\'inizio l\'intento del suo progetto.   Il film infatti inizia dove finisce \"Clerks\": davanti al noto supermercato del New Jersey stazionano Jay e Silent Bob che continuano a spacciare erba con il loro colorato e inconfondibile linguaggio. I due scoprono che un film tratto dal fumetto \"Bluntman and Chronic\" ispirato ai loro personaggi, sta per essere realizzato senza che un soldo entri nelle loro tasche e soprattutto senza che nessuno salvaguardi la loro immagine. A quel punto decidono che devono farsi giustizia da soli e partono con un solo obiettivo: distruggere Hollywood.   Costruito come un film on the road il viaggio diventa una vera e propria corsa selvaggia dove Jay e Silent Bob si trovano al centro di un pazzesco inseguimento che li porta dal New Jersey alla California, nellintrepido tentativo di salvare la loro grande reputazione che pensano di avere e combattere il noto impero cinematografico di Hollywood. E\' un po\' un film nel film dove molti personaggi dell\'industria hollywoddiana da Matt Dammon a Ben Affleck, da Gus Van Sunt a Jason Biggs interpretano loro stessi e si prendono in giro da soli.   Mancava solo l\'industria di Hollywood quale tabù da sfatare e Smith lo ha fatto a modo suo, ovvero con citazioni filmiche continue, irriverenti commenti sulla cultura americana e tante battute che sfiorano il demenziale. Ma è proprio quì che il film non convince del tutto perchè ritroviamo sì le battute nonsense e corrosive dei primi due film, le situazioni paradossali ed estreme di Clercks, ma dopo un po\' le scene sembrano forzate, e soprattutto Smith abusa troppo del linguaggio volgare.
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