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Il regno della Canzonetta

Nata da una folgorante idea di Vittorio Salvetti, grande uomo di televisione e scopritore di nuovi talenti, la kermesse itinerante nasce nel 1963 sfruttando il successo crescente dei juke-box.

Festivalbar

31.05.2001 - Autore: Luigi Massi
Se Sanremo rappresenta la Canzone (ammesso che la rappresenti), \"Festivalbar\" è il regno della Canzonetta. Italiana e straniera. Nata da una folgorante idea di Vittorio Salvetti, grande uomo di televisione e scopritore di nuovi talenti, la kermesse itinerante nasce nel 1963 sfruttando il successo crescente dei juke-box: Vittorione ci infila dentro, a giugno, dieci dischi speciali e premia a settembre la canzone più gettonata letteralmente - dellestate. Si parte con le incertezze di ogni cosa che nasce, da Asiago, dove il Festivalbar resta fino al 1974. Salvetti è abile a non impantanarsi nel sistema delle giurie e ad affidare il giudizio sulle canzoni direttamente al pubblico, vero punto di forza della trasmissione. Forse non tutti sanno che nel 1965 cè in gara anche Paolo Occhipinti, attuale direttore di Oggi, nascosto dietro lo pseudonimo di John Foster. Nel 1968, mentre una parte degli studenti inizia a prendere manganellate dalla polizia, laltra segue la prima finale televisiva, sul secondo canale Rai, in onda dallHotel Linta di Asiago. In quelloccasione, un ragazzo di nome Lucio Battisti, che lavora come autore alla Ricordi ed è originario di Poggio Bustone, provincia di Rieti, presenta un disco-prova, Prigioniero del mondo. Vincerà nel 1969 con Acqua azzurra, acqua chiara e lanno successivo con Fiori rosa, fiori di pesco. Nel 75 il primo, necessario ma doloroso salto di qualità: cè lArena di Verona pronta ad accogliere le infuocate finali della manifestazione. Asiago va ormai troppo stretta al Festivalbar. Passano gli anni e cresce il successo, che oramai è anche un successo televisivo. La competizione con le altre manifestazioni canore (\"Disco per lestate\", il \"Festival di Sanremo\" stesso, \"Gondola dOro\" e \"Castrocaro\") si sposta allora sullaccaparramento degli ospiti più in voga, e sul lancio di nuove voci. Qualche volta lincantesimo riesce: del 1981, televisivamente parlando, si ricorda Nikka Costa, figlia darte, a nove anni con disinvoltura sul palcoscenico: Me la portò Tony Renis - raccontava Salvetti - quando la presentai ed apparve sul palco, così piccola, così magica, tutto il pubblico scattò in piedi. Atmosfera da pelle d\'oca. E il celebre padre, Don Costa, lì dietro a lei con la chitarra e due lucciconi grandi così\". Rimase una meteora, Nikka Costa, al contrario di una bella mora, aggressiva e anticonformista, che nel 1982 cantava Non sono una signora: era Loredana Berté, che in verità fu ricordata anche per un capitombolo sul palco vestita in abito da sposa. 1983, altra svolta: Salvetti trasloca col suo collaudato baraccone sulla nascente tv commerciale di Silvio Berlusconi, Canale 5: dodici puntate settimanali, per tutta lestate. E i pubblicitari che cominciano a fiutare la preda. Per la cronaca, in quellanno vinse Vasco Rossi con Bollicine. Nel 1995, storico record di ascolti: oltre 5 milioni per la finale. E quasi il segno che il successo è ormai consolidato, e si può riprender fiato. Tre anni dopo, il patron Vittorio Salvetti lascia questo mondo e la sua creatura nelle mani del figlio Andrea. Che proseguirà abilmente il lavoro nel solco paterno, anche se in fondo...sono solo canzonette.        
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