NOTIZIE

Il mito di Barbie

Nata negli anni '50 come bambola, oggi Barbie si è conquistata il meritato titolo di "più grande fenomeno di marketing" mai esistito.

barbie

19.05.2009 - Autore: Francesca Fornario
Dura la vita del negoziante di giocattoli. Piena di scelte difficili. Se per esempio nell\'America del 1959 vanno a proporgli una bambola con le procaci sembianze di una donna, loro che fanno? Lottanta per cento dei negozianti dice: No grazie (e pensato probabilmente tra sé e sé: Una bambola con la terza di reggiseno?? Ma dove siamo arrivati?). Non potevano immaginare che la bambola in questione sarebbe stato il più grosso successo di vendita di tutta lindustria del giocattolo per i cinquantanni futuri (più di un miliardo di esemplari venduti in 150 paesi, con una media di due vendite al secondo), e che si trattava della leggendaria Barbie. Lunica a saperlo, per la verità, era allora la signora Ruth Handler, mamma di una bambina che aveva un hobby uguale a quello di tante sue coetanee: disegnare sul cartone la sagoma di una ragazza, ritagliarla, e sbizzarrirsi a prepararle un corredo di vestiti di carta. Alla base cera unintuizione elementare, che richiedeva però la sensibilità di una mamma. Le bambine non volevano solo bambole da cullare come figli ma - come chiunque modelli nei quali identificarsi. Barbie è questo, una ragazza senza età che incarna le ambizioni e i sogni delle bambine e delle adolescenti. E la stessa ragione per la quale i maschi giocano con le automobiline che sognano di guidare. Ma allora in pochissimi erano disposti a prendere in considerazione lidea di vendere Barbie. Per spingere il prodotto, la Mattel ha deciso di dare fondo ai propri risparmi e investire in una colossale campagna pubblicitaria, mai vista prima per un giocattolo. Cartelloni per strada, promozioni speciali e spot in tv (per allora una novità assoluta). In pochissimo tempo, Barbie ha raggiunto una notorietà che nemmeno nelle più ottimistiche previsioni la Mattel aveva sperato. E il 1960, i magazzini si svuotano in fretta, fioccano le ordinazioni e bisogna assumere nuovi operai per aumentare la produzione e far fronte alla richiesta. Nel frattempo, la fama di Barbie si propaga oltreoceano. Nel 1964 la misteriosa ragazza di plastica sbarca in Italia, con il suo corredo di accessori: un miliardo di paia di scarpe, 120 nuovi vesti ogni anno (disegnati, tra gli altri, da Cristian Dior, Calvin Klein, Benetton, Donna Karan), la casa di città e di campagna, la macchina, il camper e via, fino al computer portatile. Tanto che LAccademia del superfluo, celebre scuola di pubblicità di Bologna, ha pesantemente ironizzato sul fenomeno mandando in giro la finta pubblicità della bara di Barbie. A distanza di 50 anni la notorietà di Barbie è giunta ai massimi livelli. Per calcolarli cè un sistema: si chiama Indice di penetrazione sul mercato. LItalia detiene il record di questo indice in Europa, pari al 99 per cento. Significa che 99 individui su 100 (in questo caso bambine dai 3 ai 10 anni di età) possiedono almeno un pezzo del prodotto di riferimento. Gli esperti tagliano corto, definendo unanimemente Barbie Il più importante fenomeno di marketing del secolo. Laltro modo per calcolare al volo il successo di un prodotto è quello di contare il numero di imitazioni. Un intero filone, quello cosiddetto delle Fashion Doll, è fiorito dopo la comparsa di Barbie. Accanto a lei, occupano gli scaffali dei negozi di giocattoli svariate altre ragazze di plastica che incarnano sia pur con meno successo i sogni delle bambine. In cinquantanni Barbie ha rivestito ruoli diversi (cantante, ballerina, ambasciatrice dellOnu, candidata alle elezioni presidenziali e astronauta), interpretato razze e culture etniche e cambiato look seguendo la moda: psichedelica negli anni Settanta, rampante e manageriale negli Ottanta quelli della mitica Barbie giorno e sera con la valigetta ventiquattrore in jeans negli anni novanta, fino al piercing del 2000, lanno nel quale è stata appositamente brevettata la prima Barbie con lombelico. Dopo tre restyling facciali (nel 1967, 1977 e 1998), Barbie ha compiuto la sua ultima, definitiva mutazione: da giocattolo di successo ad oggetto di culto. I primi a fare follie per una Barbie non sono i bambini ma gli adulti, collezionisti disposti a pagare anche 8mila dollari per la mitica Numero 1, prima Barbie della storia, e cifre considerevoli anche per esemplari successivi. Il consiglio è quello di tirare giù i bauli di giocattoli dalla soffitta. Se ci trovate, per esempio, la Barbie Magia delle Feste del 1988, sappiate che cè in giro qualcuno disposto ad acquistarla per 700 dollari.  
FILM E PERSONE