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Hugh Grant - un Premier timido e dolce

In questo filmone di alberi di Natale e cuoricini non poteva mancare lui, il re della commedia inglese, Hugh Grant. In Love actually è un buffo Primo Ministro inglese che manifesta subito la sua imbranata spontaneità innamorandosi della sua segretaria.

Love Actually

12.04.2007 - Autore: Maria Elena Capuano
Love actually è un ironico collage di dieci amori che si intrecciano sullo sfondo della Londra dei nostri giorni durante le cinque settimane che precedono il Natale. Ambientazione perfetta per caratterizzare una pellicola che già dal titolo la dice lunga: love actually is all around of you, l'amore è dappertutto. Per gli amanti del genere passa, ma per gli altri, attenti al miele che colerà copioso su di voi. Richard Curtis, che ha sceneggiato film come Quattro matrimoni e un funerale, Il diario di Bridget Jones e Notting Hill, esordisce alla regia cimentandosi in situazioni, trame, attori a lui non nuovi. E non solo a lui. In realtà il film non offre grandi novità, ma Curtis ha il merito di regalare humor e dialoghi scoppiettanti. Ma è stato necessario ricorrere a un cast ricco di bei volti (Keira Knightley) e grandi nomi (Emma Thompson e Liam Neeson) e insoliti cameo come Mr. Bean e la Schiffer, per alzare un po' il tiro. In questo filmone di amori, alberi di Natale, lacrime, cuoricini e lieto fine non poteva mancare lui, il re della commedia brillante inglese, Hugh Grant. Che in questo film è un buffo Primo Ministro inglese che dona un po' di ottimismo al cinema, visti i numerosi ciak crudi e turpi di questi giorni. Un personaggio che manifesta subito la sua imbranata spontaneità innamorandosi, con un colpo di fulmine, della sua segretaria. Lei è Natalie, (Martine McCutcheon), volto televisivo noto agli inglesi per aver interpretato il popolare EastEnders.   Il suo, è un ministro un po' sui generis: non un politico rigoroso e tutto d'un pezzo, poco tempo per la vita privata e poco sesso perché è inglese. Niente di tutto questo. Il suo è un Premier tenero e dolce, single e pronto a innamorarsi. Piuttosto goffo e impacciato, ma con il sorriso sornione e gli occhi blu di Hugh Grant. Un Primo Ministro che prende a modello Nerone e Caligola, come dire potere e godere. Timido e sprovveduto, anche un po' avventato che appena insediatosi a Downing Street fa gli occhoni dolci alla sua segretaria. Grant dice di non somigliare affatto al suo personaggio: nella vita evita ogni responsabilità. Odia lo stress che procura la politica. Ma un certo feeling con il suo ministro c'è: la simpatia verso il personale femminile di servizio. "Innamorarsi di Natalie non è stato difficile: è una partner molto attraente", ha confessato.   Il "suo Blair" è inventato, un po' sognatore, gentile, buono d'animo, molto vicino ai suoi cittadini realmente interessato ai problemi della gente che vive con lo stesso pathos che sente per i suoi problemi d'amore. Un uomo che mostra le sue debolezze, le sue difficoltà di fondere insieme l'immagine istituzionale e quella privata. Di certo Grant è la sorpresa più ironica e curiosa di Love Actually, imperdibile la scena in cui, alla Vigilia di Natale, vaga per i quartieri poveri di Londra, bussando a ogni porta in cerca della sua amata, deciso a dichiararsi a lei, per finire poi dietro le quinte di una recita per bambini e finalmente baciarla.