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Derrik in gonnella

Arrivano su FoxLife le avventure di Scott e Baley, agenti di polizia made in England dall'incedere un po' troppo tedesco

Scott and Bailey

27.10.2011 - Autore: Valeria Roscioni
Solitamente ci si lamenta di quanto sia sciocca la tendenza americana di rifare le serie inglesi. Si rimane basiti di fronte alla totale inutilità di produrre il remake di prodotti già ottimi come è accaduto nel caso di Skins. Ma ci sono generi in cui, bisogna ammetterlo, i serial a stelle e strisce sono imbattibili. Il poliziesco al femminile è uno di questi. Per questo personaggi come  la Brennan di Bones appassionano al punto da riuscire a rendere forte anche una serialità debole, fatta di casi che si concludono all’interno di ogni singolo episodio.

Un'impronta in grado di condizionare l’immaginario collettivo a tal punto che nel dare un’occhiata alla confezione di Scott & Bailey, con protagoniste due agenti della Manchester Metropolita Police, vengono immediatamente in mente Rizzoli & Isles con le loro personalità ben delineate, i dialoghi brillanti e la confezione patinata al punto giusto. Si tratta di prodotti che portano un marchio di fabbrica: proporre figure femminili forti, modellate ad arte, in grado, da sole, con le loro storie personali, di generare fedeltà e intrattenimento quasi come se il contesto in cui vengono inserite fosse un semplice pretesto. Poco importa, allora se si tratta di un legal, di un procedural o di un medical, l’importante è la qualità, sempre elevata. Il pubblico è, da questo punto di vista, viziato e anche un po’ vizioso.

Così, quando la fotografia scarna di Scott & Bailey arriva sullo schermo senza il tocco british delle serie di maggior successo si comincia subito a storcere il naso. L’abito per una volta fa il monaco: l’apparenza non inganna e le due donne, che anche fisicamente non hanno alcun tratto distintivo, lasciano piuttosto indifferenti esattamente come i luoghi in cui si muovono e i casi di cui si occupano. Per non parlare del loro privato, in parte già visto in TV in parte già sentito nella vita vera.

Le loro storie procedono per luoghi comuni e quasi per inerzia in un pilot che non riesce a stimolare nessun tipo di empatia né tantomeno di curiosità. L’impressione è di essere di fronte ad un poliziesco di un’altra generazione, quella in cui il piccolo schermo usava i serial come riempitivo e non come prodotto di punta.

L’appuntamento è ogni venerdì alle 21:00 su Fox Life.
Per ingannare il tempo.