Il film esce questo 1 giugno.
Ispirandosi all’omonimo romanzo di Jhumpa Lahiri, Mira Nair torna a
confrontarsi con gli argomenti che probabilmente le sono più consoni,e che già
aveva abilmente confezionato in “Monsoon Wedding” (id., 2001), commedia
agrodolce che le aveva regalato il Leone d’Oro al Festival di Venezia del 2001.
La regista di origine indiana racconta nuovamente l’importanza di mantenere
viva la sua cultura d’appartenenza, anche quando i tempi che cambiano ed il
confronto con diversi ed altrettanto affascinanti modi di vita può far perdere
di vista le proprie radici. Tutto questo viene abilmente narrato attraverso la
storia di una famiglia indiana che nel 1977 si trasferisce in America, dove
prospera in armonia ed arriva tra delusioni e piccole gioie fino ai nostri
giorni.
Il tono della pellicola ha un sapore maggiormente malinconico rispetto
all’altra commedia sopra citata, e diversamente dall’altra possiede un ritmo
interno più malinconico e pacato. Per “The Namesake” ci muoviamo più sui toni
della parabola dolceamara, scandita da piccole tragedie familiari compensate da
un sentimento di equilibrio e di armonia che si espande per tutte le due ore di
durata. Il risultato è forse non eccessivamente coinvolgente, ma decisamente
lodevole nell’equilibrio raggiunto. La Nair si dimostra ancora una volta fine
conoscitrice della materia che intende trattare, ed in questa occasione la
propone al pubblico senza eccessiva retorica, puntando invece su una messa in
scena che accentui il più possibile una densità di racconto semplice quanto
fluente. Sostenuta da un cast d’attori molto convincenti nei rispettivi ruoli,
la regista intesse una tela in apparenza delicata e fragile, costituita in
realtà di un tessuto narrativo solido ed alla fine commovente.
“The Namesake” è
un prodotto riuscito nella sua ricerca coerente di linearità e di semplicità di
esposizione. Qua e la forse manca una necessaria dose di forzature drammatiche,
eppure si ha sempre la sensazione che il film scivoli comunque via preciso e
delicato. Una buona di cinema, certo non indimenticabile, ma che dimostra come
anche un lungometraggio fatto si sensazioni soffuse e di sentimenti detti e non
urlati possa lo stesso funzionare.
NOTIZIE
Dall'India all'America
Il cinema indiano guarda sempre di più ad Occidente e lo fa con la sua autrice più prestigiosa: Mira Nair. Venerdì nelle sale arriva il malinconico e bellissimo film "Il destino nel nome" girato in gran parte a New York
12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani