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Bem, il mostro umano
Torna nuovamente in televisione (il martedì alle 22.00 su MTV) uno dei grandi classici dell'animazione giapponese "Yokai Ningen Bem", conosciuto in Italia come "Bem, il mostro umano".

12.04.2007 - Autore: Filippo Ricciotto Facchetti
Dopo aver atterrito tre generazioni con le sue atmosfere lugubri e inquietanti, e dopo aver sconvolto adulti e bambini con la crudezza di alcune scene e con le sue storie raccapriccianti, torna nuovamente in televisione (il martedì alle 22.00 su MTV) uno dei grandi classici dellanimazione giapponese \"Yokai Ningen Bem\", conosciuto in italia come \"Bem, il mostro umano\". Prodotto dalla Daichi Doga nel 1968, nato dalla mente creativa di Nobuhide Morikawa, Bem si presenta come uno dei primi esempi di eroe dallaspetto orribile e ripugnante ma ricco di sentimenti positivi (preceduto solo da Ogon Bat, Fantaman in Italia), costantemente logorato dal tormento interiore e dallimpossibilità di venire accettato dal mondo che lo circonda. La vita per i tre protagonisti viene presentata in tutta la sua crudezza, e più di una volta lo spettatore è portato a provare un sincero sentimento di pietà nei loro confronti. Nonostante infatti Bem Bero e Bera proteggano i più deboli da ogni sorta di pericolo (sia esso di origine umana o soprannaturale), il più delle volte finiscono col suscitare terrore anche in coloro che hanno aiutato, vedendosi costretti a fughe precipitose e a una vita di costante isolamento. Considerando tali caratteristiche è impossibile non notare una serie di chiare ispirazioni a Frankenstein, capolavoro gotico di Mary Shelley, dove appare il primo vero esempio di creatura mostruosa dallanimo sensibile. Ciò che differenzia notevolmente i personaggi di Yokai Ningen Bem dallessere orrendo nato dalla mente della scrittrice inglese è proprio il sentimento che li spinge ad agire. In entrambi i casi infatti, ci troviamo di fronte a deformità abominevoli alla ricerca di un soffio di umanità e di qualche segno di affetto, ma mentre Bem Bero e Bera decidono di aiutare gli esseri umani per sentirsi anche solo in parte simili a loro, il mostro immaginato da Shelley presenta una ben più profonda introspezione psicologica, e non potendo resistere alla sua tragica condizione decide di trascinare nelloblio e nella disperazione il proprio creatore. Sotto questo punto di vista i personaggi realizzati da Nobuhide Morikawa presentano un lavoro di caratterizzazione nettamente inferiore, reso comunque credibile dal lento ma costante cambiamento che il loro animi tormentati subiscono nel corso della serie. Nellarco di 26 episodi infatti cambia totalmente il modo in cui le tre creature si relazionano agli esseri umani e, in modo ancor più evidente, il rapporto fra i tre matura in una sorta di grottesco nucleo familiare. Se al principio della serie infatti le relazioni fra i tre appaiono estremamente limitate, divise da caratteri fin troppo diversi, procedendo con la storia si evidenzia una continua crescita psicologica che condurrà a un finale inevitabilmente tragico.
Dal punto di vista tecnico è opportuno segnalare lottima colonna sonora, dominata da flauti e clarinetti e dalle chiare sonorità jazz tanto adatte alle atmosfere del titolo, e lo stile grafico ricco di colori cupi e di fondali caratteristici della tradizione dei B-movie horror.