

NOTIZIE
Atlantis, scoprite il mistero
Il progetto più ambizioso dal punto di vista degli effetti visivi della Disney arriva nelle sale cinematografiche italiane.

14.04.2003 - Autore: Francesca Romana Avesani
"...in un solo giorno e una sola notte di sventura, l'isola di Atlantide scomparve negli abissi dell'oceano." Platone - 360 a.C.
Il progetto più ambizioso dal punto di vista degli effetti visivi della Disney arriva nelle sale cinematografiche italiane. Pur non avendo riscosso il successo sperato in madre patria, "Atlantis, l'impero perduto", ha tutte le carte in regola per diventare in Italia l'ennesimo successo. Un film che si discosta dallo stile Disney come siamo stati abituati ad intenderlo fino ad oggi, per l'uso delle musiche, della telecamera, del tratto e per la quasi totale assenza di momenti "romantici" con musiche, normalmente interpretate da grandi cantanti.
Atlantis è una pellicola d'azione e d'avventura accompagnata esclusivamente da musiche strumentali. Il progetto è nato nel "lontano" 1996 quando il produttore Don Hahn ed i registi Kirk Wise e Gary Trousdale cominciarono a discutere su quale potesse essere la giusta storia per ottenere un tradizionale film di avventura, ma che in sè avesse i ritmi serrati delle pellicole che ora riscuotono maggior successo al cinema. Il risultato è stato "il mito di Atlantide", anche se, la storia originale è stata rimodellata fino a che gli autori non si sono ritenuti soddisfatti. Sono state fatte una serie di ricerche molto accurate, come sempre fa la Disney prima di cominciare la realizzazione pratica di un film, e sono state accostate a teorie scientifiche altre nuove e molto più stravaganti. Alla fine di studi e sopralluoghi la storia ha preso forma. Il risultato: una avventura fantastica con alcuni accostamenti reali.
Nel 1941 Milo James Thatch, cartografo e linguista, appassionato e studioso del mito di Atlantide cerca di convincere il museo per cui lavora dell'esistenza di un manoscritto segreto che aiuterebbe il ritrovamento dell'antica civiltà. I suoi tentativi però falliscono sempre miseramente. Triste e sconsolato, all'ultimo insuccesso decide di licenziarsi dal Museo. Appena rientrato a casa, con sua grande sorpresa, Milo viene portato da un vecchio e ricco signore che gli mostra il famoso manoscritto. Manoscritto che gli è stato lasciato da un suo amico, il nonno di Milo, così che lo custodisse fino al momento in cui il suo giovane nipote avesse potuto vederlo. Aiutato dal miliardario, Milo organizza una squadra che lo aiuterà a ritrovare la città sommersa e finalmente a dimostrare a tutti la validità della sua teoria. A bordo di un sommergibile ipertecnologico, l'Ulisse, una squadra di esperti parte alla ricerca della civiltà di Atlantide.
Con questa trama verso la fine del 1997 la Disney comincia le animazioni. La scelta stilistica del cartone animato, anche in questo caso differente rispetto al solito, è il risultato della collaborazione Disney con Mike Mignola, famoso disegnatore molto amato dal pubblico americano e riconoscibile grazie al suo tratto duro, ricco di contrasti, chiaroscuri, con sovrapposizioni e forme spigolose. Il suo stile così particolare miscelato con quello Disney ha dato vita a qualcosa di completamente nuovo che, dagli addetti ai lavori, è stato ribattezzato "Dis-Nola". Un disegno nuovo, ma che, dopo qualche istante di stupore (le differenze si notano immediatamente nella prima inquadratura del film) conquista il pubblico più giovane ormai abituato anche grazie ai fumetti a questo tipo di disegno.
Il reparto sonoro è stato affidato alle esperte mani di Gary Rydstrom, candidato a 7 Oscar, che in questa occasione ha dovuto creare suoni di un mondo immaginario. Ed ha quindi anche lui dovuto fare una serie di studi e ricerche che potessero dare validità storica a un mondo pur sempre immaginario.
Infine, ultima componente, comunque fondamentale del film, il linguaggio di Atlantide: l'atlantidese. Per conferire una maggior credibilità alla civiltà infatti la Disney ha incaricato l'esperto di linguistica Marc Okrand di sviluppare un linguaggio che, pur se fantastico, avesse una radice storica "credibile". Il punto di partenza scelto da Okrand è stato l'indoeuropeo, la grammatica, l'Inglese, anche se poi è stata modificata per esigenze cinematografiche. L'atlantidese nel film è una lingua composta da 29 lettere più dieci caratteri per i numeri da 0 a 9.
Il formato widescreen, utilizzato l'ultima volta nel 1985 con "Taron e la pentola magica" è stata un'altra scelta significativa, un film così avventuroso e ritmato risulta senza dubbio ancora più emozionante potendo contare su uno schermo più grande del 30% rispetto a quello standard.
"Atlantis", che è inoltre la pellicola con cui la Disney festeggia i 100 anni dalla nascita del suo fondatore, è un film tecnicamente ad altissimi livelli, ritmicamente molto serrato, con un'ottima regia veloce e avvincente con un character design finalmente innovativo. Un film insomma che un appassionato di cartoni animati dovrebbe vedere.