La Festa del Cinema di Roma ha
presentato oggi il primo, vero prodotto d’intrattenimento visto fino ad ora
alla kermesse: tale affermazione va letta nel senso più positivo del termine,
in quanto “Altriste” regala al pubblico uno spettacolo tanto efficace nella
confezione quanto intelligente nella sua costruzione.
Nato dalla penna mai
banale di Arturo Perez Reverte, questo personaggio fin da subito sembra
perfetta materia per una trasposizione cinematografica in grado di soddisfare
sia i palati più fini che le platee più numerose. Il regista Diaz Yanes ne ha
saputo sfruttare tutte le potenzialità epiche per tirarne fuori un eroe a tutto
tondo, una figura complessa ed al tempo stesso totalmente accessibile ad un
processo di immedesimazione. Realizzando una pellicola che si presenta come un
aggiornamento contemporaneo del vecchio e glorioso filone del “cappa e spada”,
il cineasta ha dotato la messa in scena di un ritmo interno e di una coerenza
visiva piuttosto efficaci, arrivando a momenti di eleganza formale che non ci
saremmo aspettati di trovare in un film come questo. La sceneggiatura è
perfettamente funzionale, e raccoglie in 140 minuti una quantità enorme di
avvenimenti e storie senza per questo finire mai in confusione o mancare di
delineare con sensibilità tutti i personaggi principali. Le scelte di casting
sembrano poi essere tutte piuttosto azzeccate: in particolare il protagonista
Viggo Mortensen, dopo la fruttuosa esperienza nei panni di Aragorn nella
trilogia de “Il Signore degli anelli” (Lord of the Rings, 2001), sembra ormai
aver acquisito una statura carismatica in grado di lanciarlo come “eroe” dei
nostri tempi.


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Alatriste
Viggo Mortensen, dopo la fruttuosa esperienza nei panni di Aragorn nella trilogia de 'Il Signore degli anelli', sembra ormai aver acquisito una statura carismatica in grado di lanciarlo come eroe dei nostri tempi

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani