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Alatriste

Viggo Mortensen, dopo la fruttuosa esperienza nei panni di Aragorn nella trilogia de 'Il Signore degli anelli', sembra ormai aver acquisito una statura carismatica in grado di lanciarlo come eroe dei nostri tempi

Alatriste

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
  La Festa del Cinema di Roma ha presentato oggi il primo, vero prodotto d’intrattenimento visto fino ad ora alla kermesse: tale affermazione va letta nel senso più positivo del termine, in quanto “Altriste” regala al pubblico uno spettacolo tanto efficace nella confezione quanto intelligente nella sua costruzione.

Nato dalla penna mai banale di Arturo Perez Reverte, questo personaggio fin da subito sembra perfetta materia per una trasposizione cinematografica in grado di soddisfare sia i palati più fini che le platee più numerose. Il regista Diaz Yanes ne ha saputo sfruttare tutte le potenzialità epiche per tirarne fuori un eroe a tutto tondo, una figura complessa ed al tempo stesso totalmente accessibile ad un processo di immedesimazione. Realizzando una pellicola che si presenta come un aggiornamento contemporaneo del vecchio e glorioso filone del “cappa e spada”, il cineasta ha dotato la messa in scena di un ritmo interno e di una coerenza visiva piuttosto efficaci, arrivando a momenti di eleganza formale che non ci saremmo aspettati di trovare in un film come questo. La sceneggiatura è perfettamente funzionale, e raccoglie in 140 minuti una quantità enorme di avvenimenti e storie senza per questo finire mai in confusione o mancare di delineare con sensibilità tutti i personaggi principali. Le scelte di casting sembrano poi essere tutte piuttosto azzeccate: in particolare il protagonista Viggo Mortensen, dopo la fruttuosa esperienza nei panni di Aragorn nella trilogia de “Il Signore degli anelli” (Lord of the Rings, 2001), sembra ormai aver acquisito una statura carismatica in grado di lanciarlo come “eroe” dei nostri tempi.


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