Alla fine di “Focus” il dubbio rimane, siamo stati vittime di un raggiro o solo il suo pubblico pagante? Forse ci aspettavamo di più dal duo Glenn Ficarra & John Requa in cabina di regia (e di sceneggiatura), ma certo le premesse non erano delle migliori. Già nel 2009 di fatto avevano battuto una pista analoga con “Colpo di fulmine - Il mago della truffa” (con Jim Carrey, Ewan McGregor e di nuovo Rodrigo Santoro) fallendo per gli stessi motivi nel riuscire a tenerci in sospeso in un film nel quale dubbio e “Prestige” (come direbbe Nolan) dovrebbero essere tutto.
Che il problema siano stati anche questa volta certi guai produttivi trascinati nella realizzazione del film? Forse. Ma più che una scusa a questo punto la questione dovrebbe valere come monito per il duo. Anche perché la presenza di Will Smith al centro della matassa a molti avrà fatto risuonare un campanello di allarme, viste le sue ultime scelte professionali (soprattutto quel “After Earth” che verrà ricordato solo da scientologisti e dal commercialista del figlio Jaden)
In origine il film doveva contare su Emma Stone e Ryan Gosling (non interessati al progetto), successivamente su Kristen Stewart (troppo giovane per Smith) e Ben Affleck (altrimenti impegnato), ma anche Michelle Williams, Jessica Biel, Rose Byrne, Olivia Munn e Brad Pitt avrebbero potuto interpretare i ruoli andati poi al simpatico Will e alla splendida Margot Robbie (“The Wolf of Wall Street”). Sara' stato un caso?
Il professionista dell'imbroglio e la dotata stagista di Smith e della Robbie risultano più credibili come protagonisti di una tenzone amorosa che come tessitori di trame criminose. Più che altro per la poca misura e scelta di tempi messa in scena dai due registi-sceneggiatori. Tutto è estremo, eccessivo, incredibile anche in un contesto come questo, ma al contempo prevedibile, scontato e ripetitivo. Un mix letale per un film nel quale l'inganno e la sincronia sono fondamentali.
Le coreografie dei furti sono piacevoli, ma insistite e troppo partecipate, la dinamica Pigmalione-fioraia raramente verosimile e la costruzione delle frodi tanto articolata da suscitare curiosità per la loro conclusione - che sappiamo sin dall'inizio esser positiva - più che eccitazione o partecipazione. Purtroppo questo porta a una continuata sequela di moduli simili e a un crescendo senza climax nel quale finiscono per essere più spettacolari le varie “Back Door” delle truffe stesse.
Un film che - parafrasando lo stesso Nicky/Will - lavora “sul volume”, come dire i famosi Grandi Numeri. E nel quale l'unico dubbio che rimane sia quello relativo al tentativo di Requa e Ficarra di suggestionarci (visto che proprio i discorsi su induzione subliminale e mimetismo empatico sono forse tra le cose più interessanti del film) mostrandoci una sequela di cinesi (e orientali in genere), italiani e irlandesi “cattivi” e disonesti.


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Will Smith mago della truffa in Focus
Azione e sentimenti nel nuovo film interpretato dalla star americana, affiancata dalla rising star Margot Robbie

08.03.2015 - Autore: Mattia Pasquini