
Il lavoro della Bigelow col gruppo di caratteristi che ha a disposizione sfocia in una prova collettiva encomiabile. Sulla bravura di Kyle Chandler, Mark Strong, James Gandolfini, Joed Edgerton e tutti gli altri svetta però un bravissimo Jason Clarke, capace di dipingere un agente della CIA umanissimo anche, anzi forse soprattutto, nell'ambiguità del suo lavoro/dovere. Anche Jessica Chastain nel ruolo della protagonista Maya è lodevole, anche se forse è proprio questo personaggio a essere meno centrato a livello narrativo. La volontà di farla apparire una donna forte e decisa a tutto (quanto la Bigelow si è rispecchiata in questa parte? La domanda è più che lecita...) in alcuni momenti eccede forse la credibilità del suo carattere, motivo per cui talvolta Maya pronuncia frasi troppo ad effetto. Perché poi l'intenzione del personaggio per tutto il film è quella di uccidere Osama Bin Laden, mai di catturarlo o renderlo prigioniero? Zero Dark Thirty è un film che ha come tema principale la vendetta o la giustizia? Lo stesso dubbio morale lo aveva suscitato a suo tempo un altro thriller di enorme presa estetica e contenutistica come Munich di Steven Spielberg.

Dopo l’Oscar arrivato con The Hurt Locker, Kathryn Bigelow continua il suo discorso un’America che, dopo l’11 settembre, non è più la stessa. Come il protagonista del precedente film era ossessionato dal proprio mestiere e dal confronto con la tragedia, allo stesso modo l’eroina feroce che insegue Bin Laden è mossa da un fuoco che va ben oltre il senso del dovere. L’innocenza era già stata persa da tempo, adesso la Bigelow sembra voler dirci che forse sta scomparendo anche la razionalità umana…
Zero Dark Thirty, in uscita il 7 febbraio, è distribuito in Italia da Universal. Qui il trailer.