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Una 'turista per caso'

Dal 1997 Syusy Blady insieme Patrizio Roversi gira, commenta, produce, monta dei documentari in giro per il mondo.

Turisti per caso

14.03.2003 - Autore: Elisabetta Ruffolo
La viaggiatrice più simpatica della tv ci porta con lei, in un viaggio virtuale dallIndia allArgentina. Syusy Blady, popolare conduttrice televisiva di \"Turisti per caso\"(programma nato dalla mente della stessa Syusy). E senzaltro una viaggiatrice senza sosta, pronta a partire per i paesi più lontani con la giusta chiave di lettura, per vincere la monotonia della vita quotidiana e lasciarsi alle spalle la nebbia padana. A partire dal prossimo autunno insieme al marito si prepara a lanciare la nuova serie \"Velisti per caso\". Syusy e Patrizio faranno un viaggio intorno al mondo in barca e saranno ripresi 24 ore su 24 via internet e via satellite, una sorta di \"Grande Fratello\" per mare.   Vuole parlarci del suo primo grande viaggio?   S.B.: Il mio primo grande viaggio è stato in India. Volevo visitare soprattutto il Sud dellIndia, conoscere i santoni, entrare insomma nel vero cuore dellIndia. Patrizio, mio marito, aveva invece paura, soprattutto per le cattive condizioni igieniche. Lho convinto chiedendogli di portarsi dietro una telecamera, per filmare e commentare ciò che succedeva. Dietro alla telecamera ci si sente più sicuri, perché è un po come stare davanti alla televisione, sembra che sia tutto un po più virtuale e così si affrontano e si riescono a superare i disagi, ad esorcizzare le proprie paure.     E in questo modo che si diventa \"Turisti per caso\"?   S.B.: Sì, perché una volta tornati a casa, abbiamo incominciato a montare il materiale, assieme a Giuseppe Ghinà, il montatore che ci segue dappertutto, con laudio fuori campo ed il commento; è così cominciata lavventura di \"Turisti per caso\". Da uno scherzo è nata la trasmissione che è subito piaciuta.     Siete stati definiti maestri di una nuova arte che è quella del pellegrinaggio turistico, una formula per emularvi.   S.B.: Penso che ciò che facciamo noi, lo facciano tutti i turisti che vanno in giro con una telecamera. Di diverso cè poi il fatto che quando torniamo a casa, loro mettono a posto il filmino immediatamente, noi invece impieghiamo cinquanta giorni a fare una puntata. Ridurre ore di riprese, in argomenti che cambiano ogni tre minuti, riuscendo a mantenere costante lattenzione del telespettatore, richiede un lavoro di montaggio durissimo, in cui partiamo dalla stesura del testo, segue il montaggio in avide ed alla fine abbiamo realizzato un vero prodotto artigianale.   Parafrasando il titolo del vostro libro: \"Cosa avete capito del mondo facendo i \'turisti per caso\'?\"   S.B.: Per capire effettivamente la realtà di un paese, bisogna conoscerlo approfonditamente sotto gli aspetti politici, culturali e sociali. E quello che noi facciamo per affrontare al meglio i nostri viaggi. Questi approfondimenti non sono mostrati in tivù, per questioni di sintesi, di tempi televisivi.   Un consiglio per partire attrezzati e tornare soddisfatti.   S.B.: Per me non è tanto ciò che ci si porta in valigia, ma è partire con una certa curiosità rispetto ad un paese. Quando mi hanno proposto di visitare lArgentina, avevo qualche remora, per me era un paese privo di appeal, anche perché a me piacciono i posti ricchi di storia, quella dell\'Argentina è abbastanza recente. Ho poi associato lArgentina o meglio, Buenos Aires al tango, ho quindi trovato a Bologna un maestro argentino di tango che mi ha dato i primi rudimenti di questo ballo. In realtà il tango, è stata la chiave per scoprire e capire veramente Buenos Aires. Prima di partire, bisogna munirsi della chiave di lettura del paese che si visiterà per poterlo meglio apprezzare.   E vero che per cambiare dumore basta solo un bel decollo?   S.B.: Sì, è vero. Quando ci si sente un po avviliti, per spezzare la monotonia della vita quotidiana, si pensa di fare un bel viaggio. Ci si spaventa un po a partire, ma nello stesso tempo il fare il viaggio, il superare le difficoltà che incontri, ti rende vitale. Lo stesso fatto di decollare, di uscire dallatmosfera quotidiana, ti rigenera.   www.turistipercaso.it è il sito Internet della trasmissione, come nasce e perché?   S.B.: Nasce dal caso, dal fatto che tanta gente ci scriveva chiedendoci tantissime informazioni. Noi abbiamo pensato che Internet fosse la struttura giusta per rispondere. Il sito funziona benissimo, riusciamo a comunicare molte informazioni sui viaggi e mio marito traccia anche le rotte dei viaggi che abbiamo fatto. Siamo in contatto con persone che sono in giro per il mondo e che attraverso le chat si scambiano informazioni con altri turisti.   Sta per debuttare su Italia 1 il programma \"Survivor\" che riprenderà i concorrenti su di un\'isola deserta: pensa che troverà riscontro nel pubblico?   S.B.: Questo non so dirlo. Cè sicuramente un elemento in più rispetto al \"Grande Fratello\" che è quello di non essere chiusi in una casa e di dover risolvere una situazione difficoltosa. Anche noi negli anni ottanta, facemmo un esperimento di questo genere, una diretta di cento ore, ripresi in quattro o cinque giorni, ma potevamo comunicare anche con lesterno. Stiamo provando a ripetere lesperienza, ma a bordo di una barca. Mostrando però sia ciò che accade dallinterno ma anche ciò che succede nei dintorni.   Un naufragio su unisola deserta, quale mezzo di comunicazione le mancherebbe maggiormente?   S.B.: Tutti, ma in particolare quelli che mi porterebbero ad un salvataggio immediato. Per primo, il telefonino che, pur essendoci, avrà sicuramente le pile scariche o si sarà bagnato. Poi, le varie radio per comunicare, una volta che non ci riesco, mi arrangio, faccio la selvaggia e la Robinson Crusoe.                        
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