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Una notte da leoni compie 10 anni, ecco cinque ragioni per cui è già un classico

La commedia con Bradley Cooper e Zach Galifianakis è ancora oggi un cult. Scopriamo perché

Una notte da leoni

04.06.2019 - Autore: Marco Triolo
Il 5 giugno 2009 esce nelle sale americane Una notte da leoni. Il pubblico italiano avrebbe dovuto aspettare altre due settimane prima di mettere gli occhi sul classico moderno di Todd Phillips, all'inizio di una torrida estate. Sono passati dieci anni da allora, e nel frattempo altri due film hanno chiuso nel bene e nel male una trilogia sull'amicizia e le pessime decisioni. 
 
Un po' come nel caso di Matrix, però, il primo capitolo è l'unico che vale la pena ricordare e conservare. Il secondo fu una copia del primo identica in tutto e per tutto, ma con una comicità ancora più esagerata e cattiva. Il terzo, per lo meno, si distaccava dalla formula per tornare a Las Vegas e chiudere il cerchio, ma non risultò memorabile come il capostipite.
 
Todd Phillips veniva da una serie di cult dei primi anni 2000 come Road Trip, Old School e Starsky & Hutch. Aveva già affinato un gusto per la commedia volgare pensata e scritta con intelligenza per fuoriclasse come Will Ferrell, Vince Vaughn e Ben Stiller. E sapeva come gestire storie di persone ordinarie che, fuori dal loro ambiente sociale e liberi da ogni restrizione, si abbandonano agli istinti. Sempre in equilibrio tra epico e patetico, tra risata e disgusto, Phillips azzeccò la formula perfetta. Aiutato da un cast in totale sintonia, guidato da tre attori (Bradley Cooper, Ed Helms e Zach Galifianakis) capaci di lavorare insieme per migliorarsi l'un l'altro. Per festeggiare i dieci anni di Una notte da leoni, ecco cinque ragioni per cui ha fatto la storia della commedia.

Una trama a orologeria. C'è stato chi ha segnalato le somiglianze tra la premessa di Una notte da leoni e Fatti, strafatti e strafighe, film del 2000 interpretato da Ashton Kutcher e Seann William Scott. Ma non è importante se la premessa sia o meno originale, l'importante qui è l'esecuzione. Dal momento in cui Phil, Stu e Alan si risvegliano nella loro suite del Caesar's Palace completamente devastata, alla caccia all'uomo per le strade di Las Vegas con polizia e gangster alle calcagna, tutto è eseguito alla perfezione. Il puzzle si compone pezzo per pezzo, le sorprese esilaranti sono sempre dietro l'angolo e nessuna svolta delude o risulta banale. Come in una lunga sessione di gioco ai tavoli del Caesar's, Todd Phillips e gli sceneggiatori Jon Lucas, Scott Moore e Jeremy Garelick alzano continuamente la posta. E vincono tutte le scommesse.

 
La tigre. C'è qualcosa di più iconico, nel film, della tigre di Mike Tyson? O del cameo di Myke Tyson in cerca della sua tigre? O della passione segreta di Tyson per Phil Collins? O, ancora, della canzone sulla tigre improvvisata da Stu al piano? La gag della tigre nella stanza di hotel sintetizza perfettamente il film: è il simbolo ingombrante di tutte le nostre decisioni sbagliate.

Mr. Chow. Tra i personaggi di contorno del film, il gangster interpretato da Ken Jeong è senza dubbio quello che più è rimasto scolpito nel marmo. Oggi, forse, qualcuno potrebbe storcere il naso per l'evidente cornucopia di stereotipi sui cinesi. Chow è un cliché ambulante: rumoroso, maleducato, arrogante. Eppure è quel tocco di follia in più che fa scoppiare le scintille della comicità ogni volta che appare. Non a caso, anche lui sarebbe tornato nei sequel, fino a diventare un personaggio a 360 gradi nel terzo film.

 
Tre uomini qualunque. Perché Una notte da leoni ha funzionato così bene? Una delle risposte potrebbe celarsi proprio nel trio di protagonisti. Abbiamo il leader belloccio (Cooper) che non si capisce quanto sia davvero sicuro di sé e quanto invece abbia costruito una maschera per l'occasione. Il professionista stimato (Helms), costretto a reprimere la sua vera identità in favore della carriera. E il matto (Galifianakis), perché l'amico matto c'è sempre. Chiunque abbia partecipato a un rocambolesco addio al celibato, non può non rivedersi almeno in parte nel film e nei suoi anti-eroi. I tre attori funzionano soprattutto perché, tra loro, si era sviluppato un reale rapporto di amicizia. Ed è questo che, in fondo, ci permette di parteggiare per loro anche in mezzo al caos e alla distruzione che si portano dietro.

Le fotografie. Ultimo tocco di genio del film è la sequenza finale in cui i tre scoprono le foto che raccontano le imprese dimenticate della “notte da leoni”. Un'escalation di scatti surreali, che testimoniano momenti solo accennati nella ricostruzione a posteriori degli eventi. A suggellare un film che gioca con le nostre aspettative, che sa sfruttare ogni più piccolo mezzo per far scattare la risata. Che fa davvero molto ridere. E forse, alla fine di tutto, è questa l'unica cosa che conta davvero.
 
Una notte da leoni è disponibile in Blu-Ray e DVD su Amazon, e in streaming su Netflix.