NOTIZIE

Una donna di oggi

Anna Pettinelli: simbolo delle donne di oggi. Sfrontata, sicura di sè, disinvolta (soprattutto davanti alle telecamere) ci parla della nuova edizione di "Sex and the City".

Sesso, parlano le donne

14.03.2003 - Autore: Stefano Finesi
Il 9 marzo alle 23.10 inizia su Tmc la nuova serie del telefilm americano Sex and the City. Seguirà come sempre il talk show condotto da Anna Pettinelli, Sesso.. parlano le donne, divenuto in poco tempo un piccolo fenomeno di costume. Anna Pettinelli, simbolo delle donne di oggi: sfrontata, sicura di sé, disinvolta (soprattutto davanti alle telecamere) ci parla delle novità di questa edizione.   Cosa c\'è di diverso rispetto alle precedenti edizioni?   A.P.: \"Innanzitutto alcune donne che sono state selezionate per tipologie differenti e che racconteranno le loro esperienze faranno da cornice fissa al programma: non verranno solamente invitate, quindi, ma verranno anche contattate telefonicamente; saranno proprio una forza tra il pubblico. Poi abbiamo una chicca di nome Riccardo Fangallo, un comico straordinario che si diverte a ridoppiare i film e che presenterà una carrellata di film damore, erotici, tutti rivisti alla sua maniera. Ma soprattutto avremo degli spaccati di vita maschile, andremo cioè nei posti dove generalmente si riuniscono gli uomini, come il dopolavoro, la palestra, lo stadio, e dallesterno sentiremo cosa dicono.\"   Gli uomini sanno parlare di sesso in tv con la stessa ironia e disinvoltura?   A.P.: \"Con le donne sicuramente no! Infatti abbiamo un inviato uomo perché ci siamo resi conto che con le donne o facevano battute, arrossivano o comunque non erano sinceri. Con un uomo invece si sono confessati un po di più.\"   Sarebbe pensabile un talk show in cui gli uomini parlino tranquillamente di sesso?   A.P.: \"Non credo che sia pensabile. A parte il fatto che gli uomini sono molto meno problematici di noi da questo punto di vista. Per noi donne ci sono complicazioni sentimentali, emotive, mentre luomo è un po più sbrigativo e certe cose non le direbbe mai.\"   La copertina dellultimo Venerdì di Repubblica recita: uccidiamo l8 marzo. Cosa ne pensi?   A.P.: \"L8 marzo è diventato una festa come S. Valentino: ci regaliamo le mimose e basta. Questa data aveva un significato politico e sociale che adesso non ha più e le donne vanno in pizzeria a festeggiare un momento in cui dovrebbero avere la loro rivalsa sulluomo: io non la vedo assolutamente così. L8 marzo aveva un suo senso preciso quando la donna viveva anche una condizione diversa, oggi lo ha ancora se ci occupiamo delle donne che vivono in estremo disagio. Andare a mangiare la pizza con le amiche lo trovo degradante: facciamolo unaltra sera ma non l8 marzo.\"   Tu hai iniziato dalla radio, dove lavori tuttora. Come è stato il salto in televisione?   A.P.: \"Io ho iniziato nel 75 con la radio. Poi sono andata in televisione dopo 5 o 6 anni: il mio è un ritorno. In televisione però mi sono sempre esclusivamente occupata di musica: nell82 già lavoravo a Discoring e tra due festival di Sanremo e tante altre manifestazioni canore sono arrivata fino all88, quando non trovando più niente che mi piacesse fare sono tornata alla radio. Alla radio ho lavorato fino al 97. Ora, anche perché sono cresciuta professionalmente, posso battere altre strade. Questo è un programma che mi diverte molto.\"   Cè qualcosa che ti spaventa del mezzo televisivo?   A.P.: \"Trovo sia più facile fare la televisione che non la radio. La radio richiede un impegno maggiore, con la tv se hai un buon format, un programma che ti sostiene, non ci sono problemi. In radio invece è tutto da inventare giorno per giorno.\"   Viste anche le polemiche legate a diversi reality show, pensi che la spontaneità in tv sia un valore? E, soprattutto, come riuscire ad ottenerlo?   A.P.: \"Domanda da un milione di dollari. Io ti posso dire che di tutte le storie che sono venute a raccontarci, non ce nè stata una falsa! Il nostro non è un reality show, è un programma dove per unalchimia straordinaria che probabilmente solo un gruppo di donne riesce a mettere insieme, le persone si sono trovate bene e hanno pensato che si potesse dire la verità. E credo che questo sia possibile se non ci sono troppe sovrastrutture, se non si pensa troppo allaudience. Io ringrazio Tmc di farmi fare questo programma nella massima libertà, senza coercizioni o imposizioni dallalto: non devo fare i conti con un padre padrone che dice di fare questo o quello, di far vedere la coscia così sale di mezzo punto laudience.\"   Visto il successo che ha riscosso, pensi che il tuo talk show abbia colmato qualche lacuna che cera in tv?   A.P.: \"Io credo, insieme a tutti i miei collaboratori, di essere riuscita a rendere luniverso delle donne un po più vicino a tutti coloro che ci si vogliono avvicinare, uomini e donne. Forse abbiamo dimostrato che si può parlare di sesso liberamente, scherzando, ridendo, con tanta ironia anche in televisione. Molti hanno provato a fare programmi di sesso, in cui era tutto buio, con i divanetti rossi tipo boudoir e uno psicologo pronto a psicanalizzare tutti quanti tipo: tu sogni serpenti allora hai un desiderio fallico! Da noi la psicologa è una delle donne: è come se parlasse unamica maggiormente a conoscenza del problema. Luniverso femminile è molto complicato ma se ne può parlare anche con molta semplicità.\"   Cosè che non ti piace del ruolo che la donna ha oggi in televisione?   A.P.: \"Io trovo che ci siano ancora poche donne autonome. Se togli la De Filippi e la Bignardi non me ne vengono altre in mente. Daria mi piaceva quando faceva Tempi Moderni. Non mi ha convinto un granché con Il Grande Fratello, dove non è riuscita a giocare più di tanto sul programma, che aveva bisogno di ritmi televisivi pazzeschi, mentre lei faceva pause troppo lunghe: rischiava di farci addormentare. Mi piace la De Filippi, che è indipendente e scrive i testi del proprio programma. Le altre donne sono o vallette di uomini o bellone che fanno da tappezzeria per il programma: sono pochissime quelle che hanno libertà di espressione. Anche la Carrà ultimamente ha preso una bella cantonata, perché si è ficcata in un programma che non è il suo. Tra laltro, tu conosci una donna che presenta un quiz? Non c\'è! Non perché le donne non siano in grado di farlo, ma perché il quiz lo presenta un uomo, canonicamente, fa parte degli stereotipi della televisione.Io morirei per fare un quiz!\"      
FILM E PERSONE