
Avete assimilato il concetto? Ora la prospettiva di nuovi videogame movies non vi pare più così drammatica, no? Se non altro, alcuni dei migliori videogiochi di oggi hanno una trama, spesso proprio influenzata dal cinema, che a sua volta, in un corto circuito folle, guarda ai giochi per l’ispirazione. E nonostante il materiale di prima scelta, spesso la transizione dalla console al grande schermo ha prodotto aberrazioni, mentre si contano su una mano i successi. Nei prossimi mesi, e più precisamente dal 26 maggio 2010, arriverà nelle nostre sale l’ultimo parto del connubio qui menzionato, ovvero “Prince of Persia: The Sands of Time”. Vediamolo in dettaglio.

“Prince of Persia” è una delle franchise di maggior successo nella storia dei videogame, ed è nata nel 1989 dalla mente di Jordan Mechner. Il primo capitolo della saga è ormai un classico dei cosiddetti “platform games” (quelli in cui si deve saltare da una piattaforma sospesa all’altra) e ha dato vita a una serie di sequel, tra cui il più famoso è proprio “The Sands of Time”, pubblicato da Ubisoft nel 2003. Sul plot di quest’ultimo è basato il film.
La storia, dunque, vede il principe ribelle Dastan (Jake Gyllenhaal) allearsi con la misteriosa principessa Tamina (Gemma Arterton) per salvaguardare un mistico pugnale capace di liberare le “Sabbie del tempo”, che hanno il potere di trasformare le persone in demoni e di controllare, ovviamente, il tempo. Il malvagio Nizam (Ben Kingsley) vuole quel potere tutto per sé, e farà il possibile per strappare il pugnale dalle mani di Dastan.

Una trama semplice, lineare, da film estivo americano. Ma, a parte l’ottimo cast appena citato, a cui aggiungiamo anche Alfred Molina, dietro la macchina da presa c’è Mike Newell, regista di “Harry Potter e il calice di fuoco”, ma anche di “Donnie Brasco” e “Quattro matrimoni e un funerale”. Vuoi vedere che, zitto zitto, il Newell ci soprenderà tutti? Certo, il trailer promette azione e divertimento, e magari per una volta non usciremo dal cinema pensando “meglio tornare alla Playstation”. La Disney conta molto su questo film, e d’altra parte a produrre c’è quel Jerry Bruckheimer che ci ha portato la trilogia dei “Pirati dei Caraibi”. A scrivere, tra gli altri, c’è anche Mechner in persona. Tra questo e “L’apprendista stregone”, l’estate Disney sembra a prova di bomba.

Adesso resta solo da chiedersi: col clima politico attuale, non sarà che un film ambientato in Persia, in cui gli eroi sono innegabilmente bianchi e bellissimi e i cattivi hanno caratteri mediterranei, solleverà un polverone?