
5. “Galline in fuga”
Tormentate dai loro temibili padroni e destinate a morte certa, le galline di un pollaio decidono di sfuggire al destino. A guidarle nella rischiosa operazione ci saranno il gallo Rocky e la gallina Ginger. Diretto da Peter Lord e Nick Park – creatori di “Wallace & Gromit” - “Galline in fuga” è un piccolo capolavoro in stop motion che rende omaggio a “La grande fuga” con umorismo e una tecnica sopraffina.
La fuga: Ginger e il pollo aviatore Fowler creano in gran segreto un aereo a pedali. Rocky torna in scena giusto in tempo per aiutarli a lasciare il pollaio, prima che il malvagio proprietario Mr. Tweedy metta in azione una macchina trita-galline. Chi dice che i polli non possono volare?

4. “Fuga da Alcatraz”
Capolavoro claustrofobico di Don Siegel, ispirato a una storia vera, “Fuga da Alcatraz” ha creato uno standard nei film carcerari. Vessati da un direttore sadico (Patrick McGoohan, altro artista delle fughe) e sottoposti a condizioni di vita insopportabili, i detenuti guidati da Frank Morris (Clint Eastwood) progettano con infinita pazienza un piano per darsela a gambe. C'è un problema, però: Alcatraz è il carcere più sicuro di tutti gli Stati Uniti.
La fuga: un buco nel muro scavato a poco a poco con un limetta, teste di cartapesta, un canotto realizzato con degli impermeabili e la speranza di oltrepassare il canale che divideva il carcere da San Francisco. Una delle evasioni più geniali della storia è descritta con dovizia di particolari da Siegel, che mantiene l'ambiguità sulla sua conclusione.

3. “Le ali della libertà”
Il banchiere Andy Dufresne (Tim Robbins) viene condannato ingiustamente per l'omicidio della moglie e dell'amante di lei. Presto, fa amicizia con il compagno di prigionia Red (Morgan Freeman) e inizia a lavorare come contabile per il direttore del carcere, aiutandolo a evadere le tasse. Ma Andy ha un sogno: fuggire dalla prigione di Shawshank per andare a vivere in una cittadina costiera del Messico.
La fuga: da un racconto di Stephen King, Frank Darabont trae uno dei suoi film più riusciti, mettendo in scena una fuga leggendaria. Ancora una volta è la pazienza la virtù che rende il piano del protagonista infallibile. In vent'anni, Andy scava un tunnel nel muro con un martelletto per lavorare le rocce – il suo hobby – e lo copre con una serie di poster. Poi, durante una notte buia e tempestosa, attua la fuga, portando con sé il libro contabile. Con esso sbugiarderà il direttore alla stampa, e lo lascerà a bocca asciutta ritirando tutti i soldi sporchi dai suoi conti. Questa si chiama rivincita!

2. “Fuga per la vittoria”
In un campo di prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti organizzano una partita con una squadra di prigionieri alleati. Nonostante l’arbitraggio di parte e le scorrettezze dei loro avversari, gli alleati giungono a uno spettacolare pareggio, che coincide con la loro fuga. John Huston dirige un vero e proprio squadrone di attori e campioni di calcio (Michael Caine, Sylvester Stallone, Max Von Sydow, Pelé e Bobby Moore) in quello che è uno dei più celebri film sportivi mai realizzati.
La fuga: il match tra nazisti e alleati si chiude su 4-4, ma il pubblico esplode per via di un goal non assegnato agli alleati perché ritenuto ingiustamente fuori gioco. Nel caos dell’invasione di campo, i nostri eroi scappano indisturbati, aiutati dai loro contatti nella resistenza.

1. “La grande fuga”
Un campo di prigionia concepito per essere il più sicuro in Germania, un gruppo di prigionieri di guerra incapaci di arrendersi. Questi sono i due ingredienti base de “La grande fuga”, il classico per eccellenza di questo filone. John Sturges precipita lo spettatore in un racconto dal ritmo travolgente e dalle continue invenzioni, interpretato da un cast eccezionale: Steve McQueen, James Garner, Richard Attenborough, Donald Pleasence, James Coburn e Charles Bronson fanno tutti la loro parte in un piano ingegnoso che porta l’intero campo ad evadere attraverso tunnel sotterranei, sfuggendo al rigido controllo dei nazisti.
La fuga: la divisione dei compiti è fondamentale, in questo caso. C’è chi si occupa di produrre i documenti falsi, chi di forgiare gli strumenti di lavoro, chi di scavare i tunnel e chi di spargere la terra in giro per il campo, utilizzando speciali sacche contenute nei pantaloni. Il tutto mentre il coro dei prigionieri copre il rumore degli scavi! Come detto, un classico, che per giunta condivide il titolo con “Toy Story 3”: non poteva che stare in cima al podio!