
Daniel Radcliffe, orfano di “Harry Potter”, è qui ironicamente un padre di famiglia rimasto vedovo di recente che ha perso la sua direzione. Radcliffe si muove con una certa scioltezza in questa trama ricca di intrigo e mistero sullo sfondo della lugubre campagna inglese dei primi Novecento. Senza scendere nei dettagli: i bambini di un paesino sperduto muoiono in circostanze inspiegabili, spinti al suicidio dalla “donna in nero” del titolo, uno spettro che si aggira tra i corridoi di un'antica villa. L'avvocato Arthur Kipps (Radcliffe), incaricato di amministrare le carte della proprietaria della villa, morta di recente, andrà suo malgrado a fondo nel mistero.

“The Woman in Black” procede per alti e bassi: a tratti c'è l'atmosfera giusta, spesso rovinata dai classici “BOOM” sonori che irritano più che spaventare. A questi falsi spaventi se ne alternano altri ben riusciti e funzionali alla trama, ma l'impressione generale è che si sarebbe potuto giocare di più con i suoni, i rumori e le immagini per suscitare la pelle d'oca tipica delle migliori ghost stories, piuttosto che stressare il pubblico con dei banali salti sulla sedia. Poi arriva quella mezzora finale in cui Radcliffe e Ciaran Hinds (sempre efficace) affrontano lo spettro faccia a faccia: la tensione monta finalmente in una sequenza d'orrore ben costruita e ritmata, fino a una risoluzione sofferta e a un gran finale che soddisfa. Se il film riuscisse a mantenersi sempre a questo livello, sarebbe un grande ritorno per la Hammer. Così com'è, è solo una discreta prova generale.
“The Woman in Black”, in uscita il 2 marzo, è distribuito da Videa-CDE. Qui potete vedere il trailer.