Rogue One: A Star Wars Story andrà controcorrente e non rispetterà una delle tradizioni più amate di Star Wars sin dai tempi del primo film di George Lucas: l'opening crawl.
Per opening crawl si intende il testo mobile che appare all'inizio di tutti gli episodi e fa da prologo agli eventi, spiegandone il contesto e riassumendo gli episodi precedenti. Qui non ci sarà, per la prima volta nella storia della saga, ma la mossa ha senso. Rogue One, dopo tutto, è uno spin-off, è fuori serie, e la Disney deve aver pensato a lungo a come far capire questa cosa da subito. L'assenza di un opening crawl, poi, in questo caso ha ancora più senso perché Rogue One è, di fatto, l'adattamento del crawl di Guerre Stellari, in cui si spiegava che i piani della Morte Nera erano stati rubati dalla Ribellione.
“Non c'è opening crawl – spiega il regista Gareth Edwards al sito francese My TF1 – Ma c'è un prologo all'inizio del film ambientato quindici anni prima della storia principale, ed è così che la trama è introdotta. Il nostro film viene dal testo di Episodio IV, se usassimo anche qui un testo sarebbe infinito. Dovevamo davvero differenziare Rogue One dal resto della saga”. Il prologo a cui fa riferimento il regista si intravede nel trailer del film, ed è molto probabilmente il segmento con Jyn Erso (Felicity Jones) da bambina, quando deve dire addio al padre (Mads Mikkelsen), chiamato dall'Impero a costruire la Morte Nera.
Edwards conferma così una voce che girava da tempo. È davvero difficile immaginare un film di Star Wars senza la fanfara di John Williams, il logo che si allontana nello spazio e il testo introduttivo. Ma per quello non dovremo aspettare a lungo: tra un anno uscirà Episodio VIII.
Rogue One: A Star Wars Story arriverà nei cinema italiani il 15 dicembre, distribuito da The Walt Disney Company.
Per opening crawl si intende il testo mobile che appare all'inizio di tutti gli episodi e fa da prologo agli eventi, spiegandone il contesto e riassumendo gli episodi precedenti. Qui non ci sarà, per la prima volta nella storia della saga, ma la mossa ha senso. Rogue One, dopo tutto, è uno spin-off, è fuori serie, e la Disney deve aver pensato a lungo a come far capire questa cosa da subito. L'assenza di un opening crawl, poi, in questo caso ha ancora più senso perché Rogue One è, di fatto, l'adattamento del crawl di Guerre Stellari, in cui si spiegava che i piani della Morte Nera erano stati rubati dalla Ribellione.
“Non c'è opening crawl – spiega il regista Gareth Edwards al sito francese My TF1 – Ma c'è un prologo all'inizio del film ambientato quindici anni prima della storia principale, ed è così che la trama è introdotta. Il nostro film viene dal testo di Episodio IV, se usassimo anche qui un testo sarebbe infinito. Dovevamo davvero differenziare Rogue One dal resto della saga”. Il prologo a cui fa riferimento il regista si intravede nel trailer del film, ed è molto probabilmente il segmento con Jyn Erso (Felicity Jones) da bambina, quando deve dire addio al padre (Mads Mikkelsen), chiamato dall'Impero a costruire la Morte Nera.
Edwards conferma così una voce che girava da tempo. È davvero difficile immaginare un film di Star Wars senza la fanfara di John Williams, il logo che si allontana nello spazio e il testo introduttivo. Ma per quello non dovremo aspettare a lungo: tra un anno uscirà Episodio VIII.
Rogue One: A Star Wars Story arriverà nei cinema italiani il 15 dicembre, distribuito da The Walt Disney Company.