
Nella città che non dorme mai, dove il piacere sessuale è a portata di mano e dove un uomo single può intrattenersi in tutti i modi che preferisce, Brandon non ha limiti e dunque il suo problema non riesce a trovare risoluzione. McQueen comprende quanto una completa redenzione sia fuori luogo – stiamo parlando di questioni vere, non dell’arco di maturazione di un qualsiasi eroe hollywoodiano – e preferisce lasciare molto in sospeso, tante faccende insolute, concentrandosi non sull’ampio respiro ma sulle vite dei suoi personaggi, due anime perdute che cercano di riconnettersi e rimettere assieme i pezzi. Ce la faranno? Non è dato saperlo, ma almeno ci stanno provando.

Come in “Hunger”, McQueen si affida a una messa in scena di pochi dialoghi, lunghi ciak e un uso intelligente delle ellissi narrative e dei flashback. Ne risulta un film dall’incedere lento, fortemente visivo, che spiega poco e racconta tanto con le immagini, con i volti, la fisicità degli attori. Che per il loro regista non esitano a spogliarsi totalmente, non solo dal punto di vista fisico ma anche emotivo. Fassbender è eccezionale, un fascio di nervi e sensazioni che in ogni momento sono sul punto di esplodere. Carey Mulligan sembra non sbagliare un colpo e, alla vigilia della sua promozione a star di serie A, torna con un film che sicuramente ha scelto più per la sfida professionale che non per il potenziale al box office.

“Shame” è un film potente, raccontato con grande asciuttezza e maestria e capace davvero di fare leva sui sentimenti più basilari dell’uomo. Non a caso il titolo, che dopo “Hunger” sembra continuare una sorta di studio sugli istinti primordiali dell’uomo. Ma McQueen ha anche il coraggio di non lasciarsi andare alle lacrime facili – nonostante un momento molto commovente verso il finale – e preferisce lasciare aperto uno spiraglio, la speranza di poter ricostruire un senso. A volte, è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
In uscita il 13 gennaio, “Shame” è distribuito in Italia da Bim. Per saperne di più, guardate il trailer e leggete la nostra intervista a Michael Fassbender.