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Ruggeri racconta Caino
"Nessuno tocchi Caino è un'associazione molto trasversale, molto lontana dai partiti. In essa confluiscono persone dal passato più disparato possibile. C'è il mondo cattolico, il mondo laico, insomma tante culture diverse. Questo mi ha attirato."

28.02.2003 - Autore: Matteo Nucci
Enrico Ruggeri si prepara a portare a Sanremo, assieme ad Andrea Mirò, una canzone molto particolare, per nulla adatta ai toni giocosi che dominano latmosfera del festival. Lo abbiamo incontrato per saperne qualcosa di più. E abbiamo trovato un uomo attento alle più piccole sfumature delle questioni che analizza. Un artista che ha elaborato con cura gli strumenti del suo mestiere. E che non si definisce cantante né musicista né scrittore..
Porti a Sanremo un pezzo dal titolo Nessuno tocchi Caino. Il nome di unassociazione che combatte la pena di morte e che tu sostieni da un anno. Come ci sei arrivato?
Guarda, già prima con la Nazionale Cantanti, ci eravamo avvicinati. Dopo ci siamo incontrati, ho fatto un concerto per loro a Firenze, poi siamo andati a Madrid. Insomma, un contatto che è continuato. Finché mi hanno inviato un abbraccio e unapprovazione per Sanremo.
Mi racconti qualcosa dellassociazione e dei suoi intenti?
È unassociazione molto trasversale, molto lontana dai partiti, dove confluiscono persone dal passato più disparato possibile. Cè il mondo cattolico, il mondo laico, insomma tante culture diverse. Questo mi ha attirato. Eppoi il discorso sulla pena di morte è anche un discorso di trasparenza, di democrazia. Perché il problema, aldilà di stati democratici come gli U.S.A., è terribile altrove. Certo è assurdo pensare che un paese che si arroga il ruolo di fratello maggiore di tutti gli altri paesi democratici poi abbia in sé unincongruenza così grande. Però resta il fatto che lì cè un dibattito. E tutto avviene pubblicamente. Nel senso che i condannati hanno chi li difende, sia nei tribunali che nelle piazze. Tutto avviene con una forte partecipazione popolare, sia da parte di quelli che sono a favore, ma soprattutto da parte di quelli che protestano. Mentre invece in Iran, in Cina, tanto per fare due esempi, ci sono persone che vengono condannate senza sapere che tipo di processo hanno avuto, senza sapere quando questo processo avviene, che avvocati hanno, che volto hanno, a volte non sanno neppure che reato hanno commesso. Addirittura giungono notizie di reati minimi che vengono puniti con la pena di morte! Il problema quindi è anche un vero e proprio problema di democrazia.
Porti il pezzo a Sanremo in un momento molto delicato. Lopinione pubblica europea è fondamentalmente contraria a una guerra ma il nostro paese sembra volerla appoggiare a tutti i costi. Il tuo è un pezzo che comunque contesta idee tipicamente americane. Pensi di andare incontro a qualche problema?
Mah! Non credo. Sai sulla questione interviene lopinione di ciascuno, la coscienza di ciascuno. A me sembra che destituire un dittatore dispotico come Saddam, non debba necessariamente passare per il massacro di un popolo (perché credo che il problema sarà questo). Insomma una guerra sbagliata, tutte le guerre sono sbagliate, daccordo Quanto allItalia, mi pare che vorrebbe far vedere, almeno per una volta nella storia, di essere un alleato affidabile. Però... Mah! Io spero ancora nellONU. Forse è unutopia, non so Prima di tutto credo che se la comunità europea avesse una voce unica verrebbe presa più in considerazione. Quel che mi guida è quindi una speranza di unità dintenti della comunità europea. Che si parlino di più e che decidano, quasi - se vuoi - con un centralismo democratico di togliattiana memoria. Che si mettano daccordano e che, una volta decisa la posizione, tutti se ne facciano portatori. Eppoi - ripeto - lONU. Perché non può essere un solo stato a decidere chi sia oggi lHitler di turno e come abbatterlo. In questo modo sarebbe solo una guerra tra stati.