Regia di Michele Placido
Con Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Anna Mouglalis, Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca
La Banda della Magliana
Il film tratto dal romanzo del magistrato Giancarlo de Cataldo, ormai considerato un cult (soprattutto a Roma) racconta 15 anni di storia italiana trasportando sul piano della finzione alcune delle imprese che resero ‘tristemente famosa’, tra il ’77 e il ’92 una banda di criminali romani: la Banda della Magliana che comandò il traffico dell’eroina su Roma, collaborò con Mafia e Camorra ed entrò in contatto con i servizi segreti deviati.
Il film
Eravamo tutti un po’ spaventati nell’attesa di vedere in sala il film di Michele Placido, dopo l’incredibile flop di “Ovunque sei”, ma dobbiamo confessare che il film ha una qualità visiva e un ritmo narrativo davvero notevoli e questo è effettivamente merito della regia di Placido.
Fluida, efficace, mai didascalica. Il racconto del film è costruito attraverso numerosi ed efficaci primi piani e al massimo inquadrature dei protagonisti in ‘campi medi’. Questo per limitare le ricostruzioni degli esterni di Roma degli anni ’80, ma grazie all’ottima fotografia di Luca Bigazzi si respira proprio l’aria di quegli anni. Tutti i contributi tecnici sono di prima qualità: dal montaggio ai costumi, dalla musica (splendido il leit motiv composto da Paolo Buonvino) alle scenografie, si può dire che abbiano concepito e prodotto un film alla Sergio Leone.
L’inizio
Stecca para per tutti. Siamo verso la fine degli anni ’70 a Roma. Il libanese, il primo capo della banda se ne uscì così, di fronte a 3 miliardi di lire da dividere tra una decina di malavitosi.
La giovane banda bramosa di avere subito il denaro non comprese le parole del capo. Il freddo ascoltava in silenzio. Stecca para per tutti. 50 milioni a testa e il resto lo investiamo in droga, armi e puttane. Con questa frase semplice ed essenziale il libanese creò le basi di una delle più importanti organizzazioni criminali che l’Italia avesse mai conosciuto. Così inizia il libro e così inizia il film.
I tre fratelli
Il Libanese (Pierfrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart), il Dandy (Claudio Santamaria) sono cresciuti per le strade di Roma. L’amicizia e il rispetto per loro contano più di ogni altra cosa. Ogni volta che un ‘fratello’ veniva arrestato la prima cosa da fare era quella di portare dei soldi alla famiglia e poi procurarsi l’avvocato migliore. Questo codice, importante nel legame interno della banda, fu decisivo durante i numerosi arresti e i vari interrogatorio perché nessuno per 15 anni confesso nulla alla polizia. I tre fratelli negli anni sono stati i capi della banda.
Placido li segue fin dalla loro infanzia. Gli sta addosso, non li lascia mai e li segue anche nei loro momenti di debolezza. Li racconta con dei primi piani un puro stile Scorsese che parlano da soli.
Le donne
Come nei gangster movie di una volta non potevano certo mancare le donne.
Il primo ad essere colpito da una donna è il Dandi quando incontra Patrizia (Anna Mouglalis), di professione ‘puttana’, l’unico personaggio inventato nel romanzo insieme al quello del commissario Scaloja (Stefano Accorsi). Il Dandi per lei commetterà parecchi errori che lo faranno allontanare nel tempo dai suoi amici. L’altro personaggio femminile è Roberta (Jasmine Trinca). Giovane studentessa d’arte che farà scoprire al Freddo tutta un’altra strada nella vita.
Il commento
Il cast stellare si conferma tale. Anche nelle piccole parti Placido ha colpito bene. Ci sono piaciuti Elio Germano nel ruolo dell’assaggiatore detto il sorcio e Riccardo Scamarcio che nell’interpretazione del Nero si conferma uno degli astri nascenti del cinema italiano.
Ma passiamo ai protagonisti: Kim Rossi Stuart è l’assoluto protagonista del film. Dalla metà in poi il film sale di spessore e ti tiene con il fiato sospeso grazie a lui. Alle sue facce e ai suoi silenzi.
La prima parte del film, rimane un po’ fredda, forse perché introdurre tutti i personaggi non era così facile. Certo tutto il carisma del Libanese e nel libro c’è roba da far venire i brividi, nel film non riesce a uscir fuori. Ma non incolpiamo Favino che invece ha proprio i colori del ‘libanese’.
Santamaria dà grazia, ironia e semplicità al personaggio del Dandy che forse nel film manca di un po’ di cattiveria. Anna Mouglalis, pur francese e pur non aiutata dal un cattivo doppiaggio è sublime nell’interpretare la prostituta dal cuore freddo. Anche Accorsi, un po’ in calo negli ultimi film, convince nel ruolo del commissario che combatte contro tutti da solo. In questo cast stellare abbiamo sentito la mancanza di Valerio Mastrandrea, ma questa è un’altra storia.


NOTIZIE
Romanzo criminale
Tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo de Cataldo, esce nelle sale, con un cast stellare, uno dei film italiani più attesi degli ultimi anni. Michele Placido dirige con maestria Accorsi, Rossi Stuart, Favino e Santamaria.

12.04.2007 - Autore: Leonardo Godano