Cosa faresti se l’uomo che ti ha distrutto la vita se ne girasse libero
per la città apparentemente impunito? E soprattutto come ti
comporteresti se scoprissi che quello stesso uomo in realtà ha dei
problemi simili ai tuoi, è quindi un essere umano che
stenta e soffre proprio come te? A questo punto, che senso
avrebbero tutto il dolore ed il desiderio di vendetta accumulati?
Questi sono i dilemmi che attanagliano la protagonista di “Red Road”, opera d’esordio della regista Andrea Arnold inserita a sorpresa nel concorso ufficiale.
Melodramma dall’impianto fortemente realistico, in cui gli ambienti
urbani poveri e degradati giocano un ruolo fondamentale nell’esplicare
lo status dei personaggi, quest’opera prima possiede una capacità
d’impatto decisamente notevole: merito soprattutto della messa in scena
voluta dalla Arnold, che sceglie di stare appiccicata addosso alla
protagonista raggelata dal dolore della perdita. La regia non è mai
convulsa, ma sempre lucida e quasi ossessivamente partecipe,
invischiata in ciò che presenta. Grazie anche a questa scelta estetica
mantenuta fino in fondo la sconosciuta Katie Dickie
sfodera una prova d’attrice trattenuta ed insieme vibrante,
candidandosi a sorpresa per la palma alla migliore
interpretazione femminile. Accanto a lei il più conosciuto caratterista
Tony Curran, anch’egli sorprendentemente contenuto e commovente.
Pellicola sicuramente riuscita, soprattutto se consideriamo che si tratta di un esordio, “Red Road”
possiede però anche alcuni vistosi difetti: primo tra tutti quello di
non avere ben preciso il senso del ritmo narrativo; la rima parte del
film infatti sembra molto più prolissa del necessario, e la storia vera
e propria ci mette troppo tempo a partire. Quando però la trama
principale si delinea in maniera definitiva, il lungometraggio decolla
e diventa appunto un melodramma puro e stringente, che i certi momenti
ricorda, seppur da lontano, il bellissimo “21 Grammi” (21 Grams, 2002) di Alejandro Inarritu.
Intenso, doloroso anche non sempre precisamente scandito nella trama principale, “Red Road”
è comunque un lungometraggio diretto ed interpretato con notevole
capacità, destinato a dividere la critica e forse pronto per essere una
delle sorprese di Cannes 2006. Pur riconoscendone le imperfezioni, noi
lo abbiamo apprezzato.


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Red Road
Intenso, doloroso anche non sempre precisamente scandito nella trama principale "Red Road" è destinato a dividere la critica e forse pronto per essere una delle sorprese di Cannes 2006

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani