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Ray

Un magistrale Jamie Foxx (in volo verso l'Oscar) nei panni del grande Ray Charles. Un viaggio nel mondo di Ray dal giorno in cui perse la vista fino al momento in cui cambierà la storia della musica.

Ray Charles - Jamie Foxx

12.04.2007 - Autore: M.S.
  Di Taylor Hackford, con Jamie Foxx, Kerry Washington   La sua musica ha infranto tutte le barriere intorno, a partire da quella tra sacro e profano,  attraversando decenni di storia americana. E la storia della vita di Ray Charles non può essere una semplice biografia, ma un tributo alla magia del soul, che sa arrivare all’anima di un artista “..che ha trovato il suo sound, sempre diverso, sulla strada della propria odissea”   Parole del regista Taylor Hackford , già autore di documentari su grandi leggende musicali (come Chuck BerryKeith Richards), che per “Ray” ha affrontato un lavoro di produzione di 15 anni, accompagnato dal “maestro” e da un interprete perfezionista e ostinato come Jamie Foxx  (Golden Globe come miglior attore protagonista). Un viaggio, che parte con un ragazzo deciso a salire su un pullman per lasciare il profondo sud della Georgia. Certo non saranno le riserve dell’autista a fermarlo -dove potrà mai arrivare un povero nero cieco? Dritto a Seattle, alla musica, tra squali da club, donne avide, le difficoltà di staccarsi dalla formazione country (sempre la base però, perché sa raccontare storie vere) e di trovare il suo stile. Ma uno che ha imparato presto ad orientarsi nel mondo,  a non dipendere da nessuno, non sa arrendersi alle difficoltà, né ha paura di osare. E’ il 1954, “I’ve got a woman” infiamma lo spirito del gospel con il desiderio e la carne del blues, e cambia la storia della musica. Ray continuerà a cercare, a fondere una miriade di stili diversi (country, swing, R& B, jazz.) , e ad affermarsi, tra affarismo spietato e arte, smodatezza e rigore, demoni e speranza. Orchestrando in tutto 40 brani nel film, Hackford si immerge nei ricordi più intimi, i conti non chiusi, visioni e flashback di immagini ancora vivide. What i’d say, Unchain my heart, Hit the road Jack, Georgia on my mind, hanno attraversato e segnato città (Atlanta, New Orleans e New York sullo sfondo), passioni,decenni, con il timbro di un uomo che più si fa strada dentro di sé, più apre al mondo un nuovo modo di sentire la musica. “Ha trasformato il buio in cui viveva in una luce abbagliante”. Questo il messaggio. Un  po’ sull’orlo del buonismo, da sogno americano. Ma carico, anche lontano dalle  atmosfere fumose dei club di Seattle, dalla polvere del sud. Magia del soul.
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