“Deadpool è uno di quei film che vince proprio perché avrebbe potuto facilmente essere un disastro. È intriso di un umorismo malizioso e auto-consapevole, eppure prende romanticismo e vendetta abbastanza seriamente da coinvolgere il pubblico”. La stampa americana è favorevolmente colpita dal film 20th Century Fox incentrato su uno degli anti-eroi più noti del cosmo mutante Marvel, qui interpretato da Ryan Reynolds per la seconda volta – dopo un fallimentare tentativo in X-Men: Le origini – Wolverine.


Diretto dall'esordiente Tim Miller e scritto dagli sceneggiatori di Zombieland, Paul Wernick e Rhett Reese, Deadpool trasporta al cinema il personaggio creato da Rob Liefeld e Fabian Nicieza, un mercenario malato di cancro che, dopo una cura miracolosa quanto sperimentale, si ritrova guarito, indistruttibile (ha lo stesso potere di rigenerazione di Wolverine) ma sfigurato a vita. Wade Wilson, questo il suo nome di battesimo, indossa dunque un costume rosso e nero (“Per meglio nascondere gli schizzi di sangue”) e parte per una missione di vendetta alla ricerca di Ajax, l'uomo che lo ha ingannato sottoponendolo all'esperimento. Tra efferatezze varie, sesso e volgarità assortite – spesso sputate dallo stesso Deadpool in siparietti rivolti direttamente al pubblico – il film si configura come un antidoto ai film “per tutti” generalmente sfornati dalla Marvel/Disney.
“È un film molto auto-compiaciuto – continua Alonso Duralde di The Wrap – ma grazie alla sceneggiatura screwball di Rhett Reese e Paul Wernick e all'irriverente fascino del protagonista Ryan Reynolds, il compiacimento è meritato e oltremodo contagioso”. “Ci mette un po' a ingranare, ma appena lo fa, Deadpool si rivela essere una parodia volgarissima, sporca e piuttosto divertente del mito dei supereroi, nonché il primo film Marvel a prendersi gioco del brand in maniera irriverente”, scrive Todd McCarthy su The Hollywood Reporter, lodando in particolare il protagonista: “Ryan Reynolds dà tutto se stesso”. Deadpool è “oscenamente divertente” per Justin Chang di Variety: “Come veicolo per la comicità impudente di Ryan Reynolds è molto, molto superiore a Lanterna Verde, e come astuta demolizione del cinema di supereroi è certamente meglio di Kick-Ass”. “Ancora meglio – continua – Deadpool sa esattamente come utilizzare Reynolds, un attore la cui bellezza spesso ne ha nascosto l'abilità di comico”.


Non tutti sono d'accordo, però. Kevin Jagernauth di The Playlist lo definisce “un film che tenta disperatamente di scardinare i cliché dei cinecomics, eppure non riesce a slegarsi dalle regole più banali della origin story”. Un film sessista in cui le donne “spesso sono solamente ricettacoli delle peggiori battute, non hanno molto da fare e finiscono per essere personaggi monodimensionali”, ma in cui, per lo meno, “Reynolds è la nota positiva del film, ed è efficace nel ruolo principale”.
Almeno una cosa è certa, però: “Deadpool contiene uno dei migliori cameo Marvel di Stan Lee – scrive The Hollywood Reporter – È effettivamente divertente”.