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"Ogni lasciato e' perso"

"Ogni lasciato e' perso"

Ogni lasciato e' perso

14.04.2003 - Autore: Alessandra Galassi
Piero C., conduttore televisivo della trasmissione Thats amore, allapice del successo, viene improvvisamente lasciato dalla sua fidanzata. Così cade in depressione, vorrebbe morire, ma con ogni mezzo e ricorrendo a qualsiasi strategia, cerca di riconquistare la sua donna. Per questo lo aiutano i suoi più cari amici, Martina, il portiere dello stabile, Diego lo psichiatra e Tiberio, malato damore caduto in depressione acuta. Piero trova anche un flirt e una rinascita con Isabella, ma anche lei lo lascia.   Il commento Immersa in una splendida colonna sonora, che parte da un sensazionale blues e arriva a pezzi disco come Lady Marmalade e Im your boogie man, lopera prima di Piero Chiambretti, Ogni lasciato è perso, si snoda attraverso la rappresentazione di figure singolari e diverse, ma accomunate tra loro dalla stessa spada di Damocle: lamore. E lamore è il perno della storia, lamore perso che in ogni modo si cerca di riconquistare, lamore che ha fatto soffrire e ci ha reso dei malati o lamore che rende gli uomini dei cretini (per citare la poesia della madre del protagonista). E una provocazione a me stesso, afferma lesordiente regista, che interpreta il protagonista e che stavolta sembra smettere i panni del comico televisivo. Il film è la storia di un viaggio interiore, una storia comune a tutti che ho solo cercato di raccontare in modo più originale. Lintreccio della pellicola punta soprattutto a liberarsi da unossessione, pilastro della storia, e tutto quello che viene si muove intorno ad essa. Ma questa ossessione esce fuori in maniera prepotente solo nella prima parte del film, quando si notano gli sforzi epici di un Piero Chiambretti/Piero C. deciso a ricorrere a tutto pur di liberarsene. Nella seconda parte invece, quella in cui il protagonista sembra aver superato la crisi, lo scorrere del film è meno dinamico. Il montaggio, che avrebbe dovuto rendere più veloce il fluire delle emozioni, a tratti manca di sprint. A rendere attiva lattenzione è però linserimento di alcuni brani musicali storici e non, alcuni dei quali scritti dalla madre di Chiambretti, che rendono più vivace la storia. Costato circa sei miliardi di lire, costituito da 142 scene per 132 ambienti, girate tra Roma e Torino, e realizzato in 100 copie, Ogni lasciato è perso si inserisce tuttavia nello schema narrativo di altri film italiani di recente uscita, come lultima fatica di Vanzina o, in un certo modo, come il campione dincassi del trio più famoso dItalia. Stiamo sempre lì: lamore, la delusione, la sofferenza, lamicizia. A volte sono gli uomini a soffrire, come in questo caso, a volte le donne; a volte il risvolto è drammatico e a volte è ironico: ma il succo è sempre lo stesso. Ma da cosa nasce questo ulteriore viaggio nelle delusioni amorose degli italiani? Lidea del film è nata spontaneamente da un incontro con Rita Rusic, afferma Chiambretti. In quel momento condividevamo le stesse esperienze dolorose e da questo è nato il film, solo un soggetto e tre sceneggiatori validissimi. Lo abbiamo dedicato a Leo Benvenuti, morto durante le riprese. Le protagoniste femminili, Vanessa Asbert e Gretha Cavazzoni, entrambe al loro esordio cinematografico, timide e impacciate, pronunciano brevi parole (addirittura solo sillabe) a testimoniare la simpatica prima esperienza nel mondo della celluloide. Tuttavia la loro presenza nel film sembra molto marginale. La Asbert, che interpreta Beatrice, lincubo amoroso, appare quasi sempre in silenzio, come fosse solo una fotografia, o come fosse langelica figura dantesca, che forse lavrebbe sostituita egregiamente; la Cavazzoni, che almeno due battute le dice, resta timida e impacciata anche sul set, priva di significato nella sua interpretazione e purtroppo non aiutata da quellescamotage tutto italiano, in cui siamo maestri, che è il doppiaggio. Interessanti invece le interpretazioni delle figure minori e secondarie. Da citare la bellezza dei due esemplari di Pastore Tedesco che affiancano le attrici in due brevissime scene.   In sintesi Ennesima storia sul recupero del proprio io, massacrato dal dolore, dopo linterruzione di una favolosa e perfetta storia damore.   Il giudizio Senza pretese.          
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