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"La vendetta di Carter"

"La vendetta di Carter"

stallone

14.04.2003 - Autore: Luca Persiani
Un film di Stephen Kay, con Sylvester Stallone, Miranda Richardson, Rachel Leigh Cook, Michael Caine, Mickey Rourke   La trama A Jack Carter, nel ramo recupero crediti, muore il fratello. Dopo molti anni torna a casa, e comincia a scoprire cose che non lo convincono: la morte di suo fratello è molto sospetta, e Carter ne vuole sapere di più sugli ambigui personaggi che girano intorno al mondo degli affari sporchi di Seattle. Nessuno sembra salvarsi dal coinvolgimento in qualche losco affare, e la rabbia di Carter cresce   Il giudizio Strano remake che unisce scelte stilistiche di messa in scena modaiole con atmosfere e dialoghi molto anni 70. Il tutto contrappuntato dalla fisicità animale e dalla legnosità di uno Stallone su cui gli anni cominciano a farsi sentire. Da provare.   Il commento Remake del film omonimo datato 1971, La vendetta di Carter sembra voler giocare proprio al confronto con loriginale e con un modo di intrattenere il pubblico volutamente spiazzante, fatto da atmosfere (in particolare i dialoghi) e da scelte di montaggio e regia (soprattutto le sequenze dazione) in cui i riferimenti al cinema dei seventies si sprecano. Ma contemporaneamente il film non si scorda di lanciare occhiatine maliziose a certe tendenze di linguaggio modaiole che cinema e video si rimpallano costantemente rielaborandole allinfinito, come i tagli di montaggio veloci e sporchi, particolari effetti sulla pellicola, rallenti usato smodatamente, e così via. Se in più aggiungiamo al tutto la figura granitica di Sylvester Stallone, dal volto gommoso ed evidentemente segnato dagli anni, abbiamo un cocktail strano e sbilanciato, un esperimento interessante e un po fuori dal tempo sul genere classico del duro che torna a vendicare la famiglia. Stallone non ha mai brillato per duttilità espressiva, ma del resto i suoi ruoli sono sempre stati adeguatamente bidimensionali, e il Carter del film sembra un sunto asciuttissimo dei personaggi sopra le righe, eroici, spicci, violenti e sbrigativi che hanno accompagnato la carriera dellattore. Il quale, conscio di questi limiti, non tenta di uscirne fuori inutilmente, ma accumula fino in fondo i cliché che lo hanno reso famoso, getta qua e là diverse delle sue smorfie espressive più significative, e fa pesare sullo schermo il suo corpo massiccio e gonfio in una identificazione completa con Carter. E il corpo di Stallone dà la carica giusta alla dura violenza della pellicola, efficacemente poco glamour e abbastanza inquietante soprattutto quando il film dice esplicitamente, per bocca di Carter, che la vendetta serve. E una spettacolarizzazione ambigua e interessante, che da una parte toglie il fascino più patinato alla crudezza delle immagini per renderglielo più realistico e, in alcuni momenti, più disturbante. Lo sforzo del film - che a conti fatti è anche unoperazione di una certa ironia - nonché quello di Stallone è sostenuto da un gruppo di attori di tutto rispetto che di volta in volta si confrontano e subiscono la spietata, quasi comica fisicità della star di Rocky: da Michael Caine (che ricopre lo stesso ruolo che aveva nel film del 1971) a Miranda Richardson, allaltro volto iper-gommoso del cinema americano Mickey Rourke, alla faccia ambigua e cartoonistica di Alan Cumming. La vendetta di Carter diventa così un esercizio sugli attori e sui ritmi del genere, ridotto comè ad uno schema narrativo semplicissimo che vede il protagonista - con il suo aplomb da duro, navigatissimo nellaffrontare ogni situazione - di volta in volta picchiare, insultare, proteggere, accudire i suoi antagonisti e/o amici senza che il film metta in scena una storia di particolare interesse. E per qualche strano motivo questa parata di stereotipi narrativi allennesima potenza funziona, ha un senso e un andamento tutto suo, anche se non proprio originalissimo.  
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