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La sconosciuta

A sei anni dall'ultimo "Malena" la Festa del Cinema di Roma accoglie il nuovo, misteriosissimo film di Giuseppe Tornatore

La Sconosciuta - Ksenia Rappoport

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
  A sei anni dall'ultimo "Malena" (id., 2000) la Festa del Cinema di Roma accoglie il nuovo, misteriosissimo film di Giuseppe Tornatore. Riguardo il genere ed il tono del suo ultimo lavoro, più volte lo stesso regista ha parlato di un "thriller dell'anima", di un film in cui il percorso interiore della protagonista  - la semisconosciuta Ksenia Rappoport - diventa ben presto il fulcro fondamentale dell'opera stessa.

In realtà la storia e l'ambientazione de "La Sconosciuta" fin dalle prime scene si presentano come perfettamente funzionali ad un film di genere: la scelta ad esempio di una città sofisticata ed in qualche modo "gelida" nella sua architettura come Trieste subito immergono lo spettatore in un'atmosfera suadente ed angosciante, come nella migliore tradizione del noir. Anche la sceneggiatura procede subito a far scattare il meccanismo della "detection" nei confronti della figura principale, raccontandoci a poco a poco il suo burrascoso passato  e proseguendo, nella seconda parte, a svelare e risolvere i meccanismi in precedenza suggeriti. La struttura narrativa del film si muove precisa ed equilibrata sopratutto all'inizio, iniziando però a perdere di incisività e compattezza man mano che la storia si dipana. La pellicola risulta così molto interessante all'inizio, salvo poi vacillare in efficacia e in tensione narrativa col passare del tempo, fino ad arrivare ad un finale tanto ovvio quanto poco emozionante. Tornatore si dimostra ancora una volta un regista di solida professionalità e di ottimo gusto visivo, e possiede la necessaria lucidità per lasciare ampio spazio alla sua bravissima protagonista.

Un alto punto a sfavore nella resa del lungometraggio sono le musiche di Ennio Morricone, che iniziano ad essere vagamente ridondanti e soprattutto vengono adoperate con troppa insistenza; praticamente ogni inquadratura di raccordo della prima metà del film è sottolineata dal commento musicale, che in questo modo si fa eccessivamente invasivo.