Il primo film della "Fase Due" dei Marvel Studios è una storia di demoni interiori con un eroe che viene inghiottito dal buio. Come lo stesso Tony Stark annuncia all'inizio: “Ognuno crea da sé i propri demoni". Il protagonista di Iron Man 3 si trasforma in una specie di Ebenezer Scrooge: “Lo ritroviamo a Natale, un'ambientazione simile a un palcoscenico esagerato - afferma Black - Un periodo in cui le persone sono più che mai impegnate e coloro che sono soli restano ancora più soli. Non è un caso che tanti suicidi avvengano proprio durante quelle feste. Direi quindi che Iron Man 3 è il mio omaggio a Dickens e al Canto di Natale. Vedrete un Tony Stark a cui fanno visita i fantasmi del passato, tra cui la donna con cui ha dormito e di cui non ricorda più nulla”.

Il trailer di Iron Man 3
Dopo il passo falso del secondo episodio – troppo lungo e finito per rivelarsi uno stanco giocattolone ripetitivo – il terzo Iron Man cerca di aggiustare il tiro, offrendo grande spettacolo d'azione (con una scena ambientata sull'Air Force One in avaria). Allo stesso tempo cerca di scendere dalle nuvole e presentare personaggi con i piedi per terra. La pellicola, infatti, tesse una trama che strizza l'occhio ai thriller politici di Tom Clancy con Downey spesso senza armatura e armato di pistola, potenti uomini d'affari manipolatori e terroristi che ricordano Osama Bin Laden. Anche se Sir Ben Kingsley, straordinario come sempre nei panni del Mandarino, assicura: “Non mi sono ispirato a nessun terrorista, ho semplicemente guardato di fila Iron Man, il sequel e The Avengers per capire per bene i toni della saga”. E Downey aggiunge: “Esploriamo una vasta quantità di temi. Vogliamo che il pubblico discuta una volta lasciata la sala. Ma attenzione, il nostro è intrattenimento intelligente. Non non vogliamo essere politici”.
Dunque non "Bigger" ma diverso: il terzo sequel di Iron Man cerca di non seguire la formula standard che Hollywood applica ai sequel, bensì di esplorare nuovi orizzonti e aprire ulteriormente il franchise a un pubblico femminile, onorando le donne in scena. Non a caso la parola d'ordine questa volta è “Womanisation”. In un periodo in cui il cinema made in USA evita di creare ruoli femminili interessanti, Iron Man 3 punta tutto sul personaggio di Gwyneth Paltrow, trasformandola in una guerriera: “Sono stanco dei film sui supereroi che non hanno un gusto speciale – continua il regista – Abbiamo insistito tanto per avere scene realistiche tra donne con dialoghi interessanti. D'altra parte questa volta abbiamo anche un'alpha-woman”.

Extra - Intervista a Max Pezzali: "La Marvel non morirà mai"
E' questa la soluzione applicata per perfezionare l'eroe action del ventunesimo secolo? “Sì – conclude Black – Il problema degli alpha-male è che vengono basati sempre su formule di marketing che inevitabilmente finiscono per fallire. Gli stessi registi di quei film spesso mostrano una chiara avversione per quelle formule. Iron Man 3 riprende il tema della commedia romantica, che era l'aspetto più divertente del primo film. Allo stesso tempo abbiamo concepito il film come una specie di 'Frank Capra in versione sci-fi' con un eroe che viene scacciato dai cattivi dalle spiagge di Malibu, finendo sperduto nella Middle America dove dovrà ritrovare se stesso”.
Iron Man 3, in uscita il 24 aprile, è distribuito da The Walt Disney Company Italia.