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Incantesimo napoletano
Chi pensava che il cinema italiano fosse a corto di idee dovrà ricredersi.

14.04.2003 - Autore: Adele de Gennaro
Chi pensava che il cinema italiano fosse a corto di idee dovrà ricredersi. Con Incantesimo napoletano, lopera prima di Paolo Genovese e Luca Miniero - uno romano, laltro napoletano, entrambi provenienti dal mondo della pubblicità-gli spettatori avranno una bella sorpresa. Nelle sale dall8 febbario, distribuito dalla Lucky Red e prodotto da Gianluca Arcopinto, Andrea Occhipinti e Amedeo Pagani, la divertente commedia con Marina Confalone, Gianni Ferreri, la piccola Chiara Papa e, tra gli altri, Serena Improta, Clelia Bernacchi, Tonino Taiuti, Riccardo Zinna, Lucianna De Falco e Danny Zullino è davvero un piccolo incantesimo cinematografico.
Lidea sviluppata da Genovese e Miniero, peraltro già accennata in un loro cortometraggio del 98, è fulminante: rovesciare i luoghi comuni sui napoletani e affrontare il tema delle differenze attraverso la vicenda singolare della famiglia Aiello. A sconvolgere la vita di una modestissima coppia è la nascita della loro bambina, Assunta che invece di una benedizione del cielo si rivela una dannazione per tutta la famiglia: la bambina, incredibile ma vero, parla un perfetto milanese. Una vera tragedia per Patrizia (Confalone) e Gianni (Ferreri), napoletani veraci. Assuntina (lesordiente Chiara Papa), infatti, rifiuta sfogliatelle e pastiera, sputa il ragù amorevolmente cucinato dagli zii paterni, disegna il Duomo di Milano: roba da esorcismi. E neanche il medico chiamato dai genitori sa farsene un ragione, così come gli altri componenti della famiglia Aiello che vediamo parlare alla macchina da presa, veri totem della napoletanità. Il papà è disperato: Assuntì, sto napoletano imparalo almeno come una seconda lingua!. Niente da fare, non servono neanche i corsi di dialetto napoletano su cassetta: Assuntina non riesce neppure a ripetere la tazza è ncoppa o tavolo. E non solo. Vedendo per la prima volta il mare, la bambina crede che sia quel ramo del lago di Como e, come se non bastasse, quando i suoi le chiedono cosa voglia fare da grande, la sua risposta è voglio aprire una fabbrichetta. Un colpo al cuore, specialmente per Gianni che nonostante il parere contrario della moglie manda la figlia dai suoi parenti a Torre Annunziata per una vacanza-studio
Si ride a crepapelle dunque, ma nel film - costato pochissimo e distribuito solo in 50 copie - non mancano spunti di riflessione e di critica al cosiddetto integralismo napoletano, come viene definito dai due registi. Il dramma del padre è ancora più evidente nella seconda parte quando Assuntina, diventata ormai donna, torna a casa annunciando di aver scoperto lamore.Interpretato da un ottimo cast, tra cui svettano una strepitosa Marina Confalone (da manuale il suo monologo con la caffettiera) e un bravissimo Gianni Ferrero, lesordio di Genovese e Miniero riporta la satira nella commedia italiana, insaporendola con spezie di comicità pura. Insomma, nel menu del nuovo cinema italiano questo film ha gli aromi di uno sfizioso babà.