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In Viaggio con Evie

A salvare il giudizio finale sull'opera contribuiscono però una coppia d'attori protagonisti molto affiatati nella loro eterogeneità: particolare applauso a Julie Walters, un gioiello di istrionismo attoriale

Driving Lessons

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
 

Certe volte basta una semplice caratterizzazione a rendere accettabile una pellicola altrimenti non certo irresistibile. E’ senza dubbio il caso di questo “In viaggio con Evie”, racconto di formazione che anche se ben orchestrato ha il sapore vagamente stantio del già visto. La parabola esistenziale è quella dell’adolescente del diciassettenne Ben (Rupert Grint), frenato nella sua crescita personale da un madre tanto bigottamente religiosa quanto ipocrita e castrante; il suo incontro con una vecchia e dimenticata attrice di teatro, la cialtrona Evie (Julie Walters) gli spalancherà di fronte un mondo fato di libertà, di scelte e di anticonformismo.

   

Se “In viaggio con Evie” rimarrà comunque nella nostra memoria, ciò è dovuto all’interpretazione di una “regina” del cinema britannico come Julie Walters: la sua sboccata, disordinata, acida attrice è un gioiello di istrionismo attoriale. A lei poi bastano pochissimi tocchi per tratteggiare il personaggio con ammirevole umanità: un impermeabile appena fuori moda, un rossetto che stona, una schiena vagamente incurvata sotto il peso dell’età, ed ecco che Evie acquista un calore particolare, una simpatia che non può non insinuarsi audace dentro l’anima del pubblico. A farle da effiicace contraltare un Rupert Grint che adopera con parsimonia e con efficacia uno stile sempre molto contenuto, speso al limite del surreale.   

 

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