Non vorremmo sembrare troppo ottimisti, ma forse da questa Festa del Cinema di Roma è venuto fuori che il cinema indipendente americano ha trovato un nuovo autore. Si tratta di Jason Reitman, figlio del grande Ivan, che dopo il folgorante esordio di “Thank You for Smoking” (id., 2006) si conferma ad altissimo livello con questa seconda commedia, “Juno”.
Il suo cinema possiede un tocco gentile, molto discreto, ed allo stesso tempo esplicitamente iconoclasta, capace di far sorridere con sincerità lo spettatore ed allo stesso tempo di sferzarlo con trovate e considerazioni di notevole lucidità. Sotto questo punto di vista Reitman sembra somigliare moltissimo alla giovane protagonista della sua opera, Juno appunto. La sedicenne che scopre di essere incinta ha una sua visione del mondo già ben strutturata e precisa, e soprattutto sa che deve affrontare la sua realtà e di problemi che ne derivano con la giusta dose di spensierata ironia. La maturità e la tenerezza di questo splendido personaggio scaturiscono proprio dal sentirsi libera anche incastrata dentro una condizione difficile di adolescente vagamente borderline e per di più con un’imminente gravidanza. La sua apparente tranquillità deriva dal sapere esattamente cosa le manca e cosa sta cercando, che alla fine si riduce al semplicissimo bisogno di rapporti umani onesti e profondi (quindi duraturi).
Reitman organizza la materia trattata, semplicissima da essere quasi minimale, in un racconto tanto semplice quanto capace di andare in estrema profondità nelle anime di tutti i personaggi, nessuno escluso. La bellezza intrinseca di “Juno” non sta nel cercare scene ad effetto o situazioni particolarmente toccanti, ma nel saper sfruttare la semplicità della propria natura in modo lucidissimo.
Ad aiutare il regista in questo compito un cast d’attori di livello assoluto, dove anche il caratterista con pochissime scene contribuisce ad regalare una piccola perla di grande recitazione, come ad esempio nel caso di un veterano come J.K.Simmons. Ma la vera star del film è senza dubbio la giovane Ellen Page, che dimostra un carisma ed una tempra attoriale di primissimo ordine.
La bizzarria e l’ironia della vita mostrate in tutta la loro verità, che filtrata dall’ironia propria dei Reitman ci ha regalato un piccolo gioiello di humour, acidulo ma vero.
“Juno” è un film piccolo ma prezioso, e si candida di buon diritto ad essere quello che “Little Miss Sunshine” (id., 2006) è stato la scorsa stagione, e cioè il prodotto indipendente destinato a mettere d’accordo pubblico e critica e concorrere per i premi che contano ad Hollywood.
Non ci sorprenderebbe affatto vederlo in lizza per i Golden Globes o gli Academy Awards, e con pieni merito. Intanto questa pellicola ha impreziosito e non poco la kermesse romana, dimostrando come il cinema raffinato può scaturire anche dalla più semplice voglia di ironizzare sulle piccole avversità della vita.


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Il mondo secondo Juno
"Juno" è un film piccolo ma prezioso e intelligente, destinato a mettere d'accordo pubblico e critica e concorrere per i premi che contano ad Hollywood

26.10.2007 - Autore: Adriano Ercolani