
Sul film, poco da dire: al centro c'è Lee Marvin in una delle sue migliori interpretazioni, nel ruolo del sergente Possum alla guida di una squadra della Prima Divisione di Fanteria dell'esercito americano, contraddistinta dal “Grande uno rosso” cucito sullo stemma. Dopo un prologo ambientato nelle ultime ore della Prima Guerra Mondiale e girato in bianco e nero – con uno stile che ricostruisce quello dei vecchi film di guerra americani – si passa al secondo conflitto, anno 1942. La squadra protagonista attraversa il mondo, dal Nord Africa alla Sicilia, dalla Normandia alla Cecoslovacchia, per concludere le proprie disavventure al campo di concentramento di Falkenau, dove entreranno in contatto con gli orrori della “Soluzione finale” di Hitler.

Come la miniserie Band of Brothers avrebbe fatto molti anni dopo, il film segue questo piccolo gruppo di persone qualunque trasformate in eroi (o anti-eroi) da eventi più grandi di loro. La struttura è ciclica e pone l'accento sui paralleli tra americani e tedeschi, che spesso fanno gli stessi discorsi (cosa che si vede soprattutto nella versione lunga), hanno gli stessi dubbi. Le guerre, secondo Fuller, che era un veterano e aveva combattuto proprio nella Prima Divisione, sono tutte uguali, la prima e la seconda riportano “gli stessi nomi” sui monumenti commemorativi. C'è un senso di disillusione che avvolge tutto il film, eppure Fuller non commette mai l'errore di lasciare che le letture metaforiche soffochino la storia raccontata. Al centro ci sono comunque i soldati, con i loro difetti (ad esempio la codardia del personaggio interpretato da Mark Hamill) e le loro debolezze. Il tono del racconto rimane sempre asciutto, senza sovrastrutture epiche e senza calcare la mano sui “significati profondi”. Questo fa de Il grande uno rosso un film di guerra atipico, e per questo molto più efficace di tanti prodotti blasonati che filtrano con troppe letture impegnate un'epoca in fondo ben più secca e brutale.

Per quanto riguarda l'edizione Blu-Ray: il video è eccelso, l'audio pulito anche se non potentissimo. A parte l'inglese DTS-HD (anche se solo 2.0), il resto delle lingue è presentato in Dolby Digital 1.0 ma, come nel caso di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, la qualità è buona. I contenuti speciali sono abbondanti: oltre al commento di Schickel troverete una featurette su Samuel Fuller, due dietro le quinte sul film (tra cui l'anatomia delle scene), un documentario sulla ricostruzione della versione estesa, scene tagliate e trailer.
A seguire le specifiche tecniche del Blu-Ray, distribuito da Warner Bros. Italia.
VIDEO: 1080p High Definition 16x9 1.85:1
AUDIO: Dolby Digital: Italiano (1.0), Francese (1.0), Spagnolo (2.0), Tedesco (1.0), Portoghese (1.0 ); DTS-HD Master Audio: Inglese (2.0)
Sottotitoli: Italiano non udenti, Inglese non udenti, Tedesco non udenti; Francese, Spagnolo, Portoghese.