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Il cavallo Bucefalo

Bucefalo, il cavallo di Alessandro, fu montato da un giovanissimo Alessandro sotto gli occhi attoniti del padre Filippo e di alti esponenti della corte macedone. Si tratta di un momento entrato nella leggenda che descrive bene la personalità del futuro re. Così Plutarco racconta l'episodio.

Alexander

13.01.2005 - Autore: A cura di Matteo Nucci
  Plutarco, Vita di Alessandro, 6.   Quando Filonico Tessalo portò a Filippo il cavallo Bucefalo, offrendoglielo per tredici talenti, scesero nella pianura per metterlo alla prova; sembrava fosse un cavallo ombroso e davvero intrattabile, che non si lasciava montare, non tollerava la voce di alcuno dei serventi di Filippo e recalcitrava davanti a tutti. Filippo si irritò e ordinò di portarlo via perché era assolutamente selvaggio e indomabile; Alessandro, che era presente, disse: “Che cavallo finiranno col perdere solo perché per incapacità e mancanza di coraggio non sanno come trattarlo!” In un primo momento, Filippo tacque; ma siccome Alessandro continuava a borbottare manifestando il suo rincrescimento, disse: “Tu critichi i vecchi perché sei convinto di saperne di più e di essere più capace di trattare un cavallo?” Ed egli: “Certo; questo lo saprei trattare meglio di un altro”. “Se non ce la fai, che penale pagherai per la tua temerarietà?” “Il prezzo del cavallo”. Si misero a ridere, e poi si accordarono tra loro sul danaro; subito egli corse verso il cavallo, lo prese per la briglia, lo fece volgere contro sole, perché aveva capito, a quanto pare, che rimaneva agitato vedendo muoversi dinnanzi a sé l’ombra che proiettava sul terreno. Per un poco poi egli corse al fianco del cavallo trottante e intanto lo carezzava, e quando lo vide eccitato e sbuffante, tranquillamente depose la clamide e con un balzo gli si mise in sella saldamente. Per un poco tenne saldo il morso con le briglie, senza dar colpi e senza strattonarlo, e contenne il cavallo; poi quando vide che esso si era rabbonito e anelava alla corsa, lasciò andare le briglie e ormai lo incitava con voce sempre più alta e dando anche di piede. Filippo e i suoi rimasero inizialmente silenziosi e preoccupati; quando poi quello voltò il cavallo e ritornò gioioso e fiero, tutti alzarono un grido di giubilo; il padre, così si narra, addirittura pianse di gioia, e quando Alessandro smontò, lo  baciò sulla testa dicendogli: “Figlio, cercati un regno che ti si confaccia: la Macedonia infatti è piccola per te”.
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