Nanni Moretti è il Caimano. Nella sequenza finale Nanni getta la maschera e mette la sua faccia sopra al vestito blu di Silvio Berlusconi. Sembra un Portaborse aggiornato ai tempi che corrono. Il Caimano viene condannato a sette anni di carcere. Uscendo dal tribunale sobilla la folla alla rivolta: i suoi fan non si fanno pregare e incendiano il luogo della sua condanna.
Silvio Orlando è un produttore fallito, con il ricordo e il conto in banca aggrappato a qualche successo del passato. Il B-movie è la sua specialità, “Cataratte”, “Mocassini assassini”, “Maciste contro Freud” o “Stivaloni fannulloni”, ecco i titoli dei suoi film. Mollato all’improvviso dal regista con cui preparava da tempo un progetto su “Il ritorno di Cristoforo Colombo”, Orlando si ritrova in mano la sceneggiatura di una ragazza, Il Caimano, e inizia a sognarla.
Da dove vengono tutti questi soldi? Interno giorno, la stanza spoglia di un ufficio. Elio De Capitani incarna in modo quasi mistico Berlusconi. Si alza dalla sua scrivania, e un attimo dopo piove dal cielo una valigia stracolma di soldi. Il sogno di Silvio Orlando ricostruisce in modo ridicolo la carriera di Berlusconi, dalla costruzione di Milano2 alla discesa in campo. Berlusconi imprenditore edile, presidente del Milan, editore e leader politico.
Ma non è facile girare un film del genere, e la materia onirica del produttore fatica a imprimersi sulla pellicola. E soprattutto i soldi non piovono mica dal cielo. Silvio Orlando pare rimanere solo col suo progetto mentre anche la sua vita privata lo caccia di casa.
I debiti strangolano il produttore e arrivano le ruspe a demolire i suoi studios, ormai teatro di posa per squallide televendite dei Superdivani. Ma Orlando non si arrende. Vende metà della casa coniugale e usa i soldi per girare almeno una scena de Il Caimano, l’ultimo giorno, il giorno del processo. Nanni Moretti, che all’inizio del film aveva rifiutato la parte di Berlusconi, torna sui suoi passi e va lui in tribunale nei panni del cavaliere.
Il cinema grottesco. Moretti spiazza l’attesa di mesi con un inizio pirotecnico in cui pare tornato un ragazzino in vena di barzellette. Le sue barzellette, con il suo stile; gag ingegnose e piene di allusioni, e stavolta anche di efficace impatto visivo. Una lezione di cinema grottesco dipinto sul mondo dei B-movies. E’ sfrenato il divertimento dell’avvio: si ride di pancia e di testa guardando le avventure di Aidra. Si trovano, rivisitati in stile pulp, alcuni temi classici morettiani: il critico su tutti, in questo caso nei panni specifici di critico gastronomico (“Come si può improvvisare un risotto alla portoricana? Ci vogliono le olive spagnole!”), ma farà una brutta fine insieme alle aragoste vive.
Il finale raggelante. Ma quello grottesco è solo uno dei film che stanno dentro a Il Caimano. C’è anche quello sui tic di una separazione e sulla difficoltà a raccontare la verità ai propri figli. E ben due film su Berlusconi: quello sognato da Orlando, grottesco e goffo nel dipingere alcune vicende della sua storia; e quello della sequenza finale, capace di abbandonare raggelato lo spettatore sulla sua poltrona. Talmente inquietante da non lasciare scampo.


NOTIZIE
Il Caimano
Moretti spiazza l'attesa di mesi con un inizio pirotecnico in cui pare tornato un ragazzino in vena di barzellette poi sembra un 'Portaborse' aggiornato ai tempi che corrono. Da non perdere

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti