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Idolo delle teenager: Leonardo Di Caprio

Le ammiratrici hanno scoperto Leonardo Di Caprio ai tempi di "Romeo e Giulietta" dell'australiano Baz Luhrmann e, subito dopo, di "Titanic" di James Cameron, ma i critici hanno cominciato a parlar bene, anzi meglio, di lui già alla sua prima apparizione al cinema

The Beach

12.04.2007 - Autore: Francesca Fornario
Le ammiratrici adoranti hanno scoperto il divo Leonardo Di Caprio ai tempi di Romeo e Giulietta dellaustraliano Baz Luhrmann e, subito dopo, di Titanic di James Cameron, ma i critici hanno cominciato a parlar bene, anzi meglio, di lui già alla sua prima apparizione sul grande schermo, nei panni del fratello ritardato di Johnny Deep in Buon compleanno, Mister Grape. Il film è quello di cui si favoleggiava tra adolescenti nellimmediato dopo-Titanic: Ma lo sai che a 20 anni Leo ha recitato nel ruolo di un portatore di handicap? si diceva, e si aspettava che le altre sgranassero gli occhi incredule. Perché la differenza tra il divo e lattore é che il divo piace a prescindere dai film che ha interpretato, come il calciatore bello che piace anche se non segna. Ma per lottima interpretazione di Mister Grape il giovane Di Caprio ha ottenuto una nomination allOscar, ha deciso di mollare per sempre la televisione dove aveva cominciato la sua fulminante carriera, di fatto proseguita su vie parallele: quella dellattore scostante e tormentato, in produzioni indipendenti come Pronti a morire di Sam Raimi, dove è il figlio di uno spietato sceriffo e Poeti allinferno di Agnieszka Holland, dove è il maledetto Artur Rimbaud, e quella del divo, idolo delle giovanissime e costretto suo malgrado in ruoli da belloccio. Tanto che quando si parla tra amanti del cinema, invece che distinguere tra i film in cui di Caprio recita bene e quelli in cui recita male si dice dei film dove recita e quelli dove non recita, perché è lì solo a fare il modello. Ai secondi deve fama e cassetta, ma i primi film sono quelli che lattore stesso, per sua ammissione, predilige, con buona pace delle fan. Cè da dire che il giovane è cresciuto in un ambiente niente male, con un padre editore specializzato di fumetti underground e intimo amico del mitico Charles Bukowski, e una mamma emancipata al punto che invece di dare al figlio il nome del nonno, come vuole la tradizione dei ferventi italo-americani, lo ha chiamato come il suo pittore preferito, di ritorno da un viaggio agli Uffizi. Quando Leo ha deciso di abbandonare gli studi per calcare le scene i suoi non lo hanno certo ostacolato. Le carriere parallele, del divo e dellattore, si sono magicamente sovrapposte sul set di Celebrity. Per il film Woody Allen aveva bisogno di un attore che fosse bravo ma che avesse la faccia di quello che farebbe i soldi anche se recitasse da cani, e ha chiamato Di Caprio. Liberato dalla schizofrenia ad opera del divino Allen, Leonardo si rilancia nel cinema dautore e trasloca sul set di Martin Scorsese, Gangs of New York, talmente sicuro del fatto suo da farsi fotografare pancia al vento, con qualche chilo di troppo, incurante di deludere le fan che lo hanno amato, un poimpacciato, in Titanic, che nemmeno gli è valso una nomination alla statuetta. Di lui Woody Allen dice che può diventare grande come De Niro, se saprà gestirsi. E Leo, forte del consiglio, prosegue deciso nellopera di trasformazione da personaggio bello e insipido a uno decisamente più interessante, dice, come Rodolfo Valentino.  
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