L'antica Roma esercita da sempre enorme fascino nell'immaginario collettivo, anche se l'ultima “botta” di notorietà l'ha data Il gladiatore di Ridley Scott, che ha poi generato emuli come lo Spartacus televisivo. Iginio Straffi e la sua Rainbow hanno dato la loro interpretazione comica del mito dei gladiatori con il film d'animazione Gladiatori di Roma 3D, un progetto ambizioso già venduto all'estero che in Italia è uscito in questi giorni.
Gli studi Rainbow ci hanno aperto le porte in una torrida giornata estiva. Al fresco dei condizionatori abbiamo potuto così visitare le stanze in cui è stato concepito e realizzato Gladiatori di Roma e i vari reparti in cui squadre di animatori e programmatori si dedicavano a scolpire e dipingere ogni dettaglio del cartoon. Dal reparto di modellazione, dove si studiano le geometrie di base di tutti i personaggi e gli oggetti di scena, a quello di surfacing, dove oltre a disegnare il film si studiano i materiali da associare a ogni ambiente e personaggio, per capire, ad esempio, come questi riflettano la luce e quale grado di trasparenza abbiano. Seguono il rigging, ovvero il primo stadio che porta dalle geometrie statiche al movimento – ad esempio, un braccio umano necessita di livelli che simulino ossa, muscoli e pelle. Infine si giunge ad animazione vera a propria, con posizionamento delle cineprese virtuali che riprenderanno la scena, e all'illuminazione dei singoli oggetti e personaggi nella stessa scena. Milioni di dati che vengono processati e immagazzinati per formare un patrimonio da cui partire per la realizzazione dei film successivi.
Gladiatori di Roma racconta di Timo (voce di Luca Argentero), un orfano che viene arruolato nell'Accademia dei Gladiatori, dove invece di allenarsi passa il tempo con gli amici Ciccius e Mauritius. Ma quando si innamora della figlia del suo padrone, Lucilla (Laura Chiatti), decide di impegnarsi per dimostrare il proprio valore. Ad allenarlo ci penserà una affascinante quanto severa personal trainer, Diana (Belen Rodriguez).
“Doppiare è stato faticoso – ci rivela Argentero - perché non è il mio mestiere. La gente è convinta che per un attore sia naturale doppiare, ma mi piace paragonare le due cose agli sport della pallavolo e della pallacanestro. In entrambi si gioca con la palla, ma non è detto che uno bravo nel primo sia in grado di giocare al secondo”. “La prima volta che ho visto il film – racconta Belen – ho avuto una bella impressione. Immaginavo, doppiando, che fosse un progetto forte, ma non pensavo così tanto”.
Gladiatori di Roma è distribuito in Italia da Medusa.


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Gladiatori di Roma: animazione made in Italy
Alla scoperta degli studi Rainbow e del cartoon 3D doppiato da Luca Argentero e Belen

19.10.2012 - Autore: Marco Triolo