NOTIZIE

Dopo Gomorra, arriva Fortapasc

Napoli ritorna al centro dell'attenzione grazie al nuovo film di Marco Risi. La storia vera di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra, a soli 26 anni. Ad interpretarlo è Libero De Rienzo.

Dopo Gomorra, arriva Fortapasc

16.02.2009 - Autore: P.Dolce
Cronaca vera: negli anni Ottanta. Giancarlo Siani (Libero De Rienzo) è un giornalista free-lance per la sede del Mattino a Torre Annunziata. Grazie alla sua passione per l’inchiesta mette a nudo il malaffare locale e la collusione tra la camorra e la politica. Dopo avere scoperchiato gli affari loschi del suo sindaco, Siani viene chiamato a Napoli, a lavorare presso la sede centrale del quotidiano. Anche lì, nonostante le minacce, continua a seguire piste che lo portano a rivelare i traffici del boss Valentino Gionta.

In quel periodo tutto ruotava intorno agli interessi per la ricostruzione dopo il terremoto e Giancarlo vedeva e capiva troppo. Siani era un ragazzo allegro che amava la vita, il suo lavoro, e cercava di farlo bene. Aveva il difetto di informarsi, di verificare le notizie, di indagare sui fatti. Lo vediamo muoversi fra camorristi, politicanti corrotti, magistrati pavidi, e carabinieri impotenti, come un giglio nel fango. Fino a quando, dopo avere messo in luce, i legami tra malavita e Stato, ma soprattutto avere infranto una delle regole del codice camorrista: svelare un tradimento tra clan rivali, viene ucciso con dieci colpi di pistola il 23 settembre del 1985. Aveva 26 anni. Quattro giorni dopo la sua morte sarebbe stato assunto come giornalista a Il Mattino. È stato l’unico giornalista ucciso dalla camorra.

Marco Risi ci racconta gli ultimi quattro mesi di vita di Giancarlo Siani. Un ragazzo che non pensava di essere un eroe che doveva sacrificarsi ma che voleva essere un bravo giornalista. E a questo riguardo scrisse: “Questo non è un Paese per giornalisti-giornalisti, questo è un Paese per giornalisti-impiegati”. Regia sintetica e molto personale di Risi che esalta al meglio il talento di Libero De Rienzo, quasi irriconoscibile nei panni di Siani. Attorno alla vicenda centrale il regista si sofferma anche a raccontarci la vita privata, disordinata ed emozionante di un giovane come tanti, una persona solare, senza cupezze. Un film che, come hanno sottolineato in molti, non risparmia nessuno: né i boss, né la magistratura collusa o vigliacca, la politica, e neppure la stampa.

Risi è onorato che il suo film venga accostato a “Gomorra” ma sottolinea: “In comune con il film di Garrone abbiamo solo il direttore della fotografia. Il mio è un lavoro più crepuscolare e intimo. Mi auguro altrettanto emozionante e sconvolgente”. “Quello che ho amato di Giancarlo - ha detto De Rienzo – è che rende fasullo il dire che siamo tutti uguali. Lui era un ragazzo del Vomero, di famiglia benestante, che ha deciso di scendere nel fortapasc – come chiamavano in quegli anni Torre Annunziata. Ci sono persone che si danno da fare per gli altri e altri che pensano solo a loro stessi. Giancarlo aveva un’urgenza, quasi adolescenziale, di dire la verità, con la sola preoccupazione che i lettori lo capissero”.

Fortapasc” arriverà sui nostri schermi dal 20 marzo, distribuito dalla 01 Distribution.

 

FILM E PERSONE