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DiCaprio & Day-Lewis
DiCaprio & Day-Lewis

13.01.2003 - Autore: Terry Marocco
Leonardo DiCaprio e Daniel Day-Lewis entrano nella sala della Protomoteca, in Campidoglio, per la conferenza stampa di «Gangs of New York». Il divo è il primo, con le ragazzine che sono state al freddo per ore sperando di poter vedere un brandello dei suoi capelli al vento. Ma quello veramente bello, è l'altro. Bello e maledetto.
Leo, gentile e sorridente, completo grigio con camicia azzurra, pettinatura all'indietro e un po' di barbetta, sembra un bravo ragazzo americano cresciuto a cheeseburger, con il fascino dell'eterno Peter Pan. Daniel, magro e rasato a zero, bomber nero e una felpa con un drago cinese, sorriso astratto e distratto. Sexy e zen.
La prima domanda, davvero imprevedibile, è per Di Caprio: «Cosa si prova ad essere un sex-symbol?». Brusio in sala. Leo non è proprio la pagnotta che alcuni credono, ma secondo l'amico di Gianni Minà, Robert De Niro, è il miglior attore della sua generazione. Ed è stato proprio De Niro a convincere Scorsese a lavorare con il protagonista di Titanic. «Il ragazzo ha gli istinti giusti», sembra che gli abbia detto (sempre a sentire Minà, che un po' di conferenza l'ha fatta anche lui). E la sua carriera con Scorsese non è ancora finita: il prossimo film in programma a vederlo protagonista sarà «The aviator», la storia di Howard Hughes, il playboy milirdario, produttore e regista e della sua ossessione per l'aviazione.
Il ruolo di Di Caprio in «Gangs of New York» (è Amsterdam) non era facile, ma lui se l'è cavata egregiamente. «L'aspetto più difficile è stato combinare la sua storia personale, la morte violenta del padre, 15 anni di orfanotrofio, la vendetta, con il contesto storico. Marty mi ha guidato molto, dandomi come riferimento i samurai di Kurosawa, per i quali le emozioni non devono mai trasparire all'esterno, e il cinema di Sergio Leone». Ma forse il ruolo più difficile è quello di Daniel Day-Lewis, che è Bill «il macellaio», sanguinario capo dei Five Points, ancor più difficile dopo un periodo lontano dal cinema: «Non è vero», ha detto, «che mi sono ritirato, mi sono solo allontanato per fare altre cose. Martin non ha fatto nessuna fatica a convincermi, ed è stata una bella esperienza. Ma questo è un lavoro che faccio di tanto in tanto, ho bisogno di tempo per me». Bello e snob.
Leo Di Caprio mostra senso civico e impegno. «A scuola», dice, «la storia che racconta questo film non ce l'hanno fatta studiare. Come se gli americani volessero nascondere le vergogne sotto il tappeto». Pagnotta, forse, ma con giudizio. Daniel Day-Lewis, parlando del suo ruolo, dice che si è ispirato a Dickens, reinventandolo e sviluppandolo con occhi differenti. «Anzi, con un occhio solo, visto che nel film Bill ne ha uno di vetro». Bello e spiritoso.