Sintonizzarsi con Dio, questo è quello a cui la tredicenne Marta va incontro una volta rientrata a Reggio Calabria, dopo dieci anni passati in Svizzera. Accolta nella comunità di Don Mario per il corso di preparazione alla cresima, scoprirà che per trovare la sua strada non occorre prendere la via al di là del mondo, ma la via attraverso il mondo. Questa è la storia di Corpo Celeste, delizioso film dell’esordiente Alice Rohrwacher, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del sessantaquattresimo Festival di Cannes.
E proprio sulla Croisette abbiamo intervistato la regista ventinovenne: “Il pubblico in sala era curioso e continuava a chiedermi se secondo me c’è speranza per la fede. La verità è che Corpo Celeste non è un film sulla religione o sulla Chiesa, non è un film che deve dare risposte, semmai porre delle domande”. La Rohrwacher, sorella dell’attrice Alba, si è avvicinata a questo progetto con entusiasmo, ma anche totale rispetto: “E’ stato molto bello perché non avevo nessuna esperienza di cinema finzione, prima avevo lavorato nel documentario. Ho assistito al lavoro di altri registi sugli attori, ma con gli attori non sono partita da un concetto, ma dal cercare dei percorsi emotivi per arrivare alle cose. Ho pensato di raccontare la vita di questa comunità attraverso gli occhi di una bambina che scopre un nuovo mondo, proprio perché non si tratta di una storia autobiografica e quindi non potevo avere l’arroganza di fare finta di conoscere ogni argomento a fondo”.
Nel cast del film ci sono anche Anita Caprioli, Renato Carpentieri e Salvatore Cantalupo, l’ex sarto di Gomorra che qui interpreta Don Mario: “Ho trovato degli interpreti molto generosi e disponibili – continua la regista – e si è creato un bellissimo equilibrio tra attori e non attori”. In uno dei ruoli principali, infatti, troviamo l’esordiente Pasqualina Scuncia, che interpreta Santa, parrocchiana che si prende cura dei più piccoli all’interno della comunità. “Non avevo intenzione di partire dalla trama - afferma la Rohrwacher - Abbiamo cercato di capire di cosa si doveva parlare”. Politica, religione e famiglia, sono questi i temi di Corpo Celeste: “E’ un momento di migrazione forte: gente che venti anni fa è andata in Svizzera e che ora con la crisi ha avuto la necessità di ritornare. Questo film non è un attacco, è una costatazione e una presa di posizione, serve a porsi delle domande. Mi sono chiesta cosa succede nel vivere all’interno di una comunità religiosa. Io abitavo a Reggio Calabria, l’ho scelta perché è un luogo che conoscevo bene. Ho fatto tanta ricerca sul territorio e frequentato una parrocchia da laica. Corpo celeste contiene anche una certa tenerezza che vorrei regalare alla Chiesa: pur in condizioni disperate, c’è sempre il cuore pulsante di una comunità”.
Corpo Celeste arriverà nei cinema dal 27 maggio, distribuito da Cinecittà Luce


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26.05.2011 - Autore: P.F.