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BUZZ LIGHTYEAR, DA COMANDO STELLARE SI PARTE
BUZZ LIGHTYEAR - DA COMANDO STELLARE SI PARTE

23.04.2001 - Autore: Fabrizio Marchetti
PROFILO CRITICO
A cinque anni dalla sua prima apparizione in Toy Story, Buzz Lightyear diviene protagonista di una nuova avventura animata, inedita e non destinata alle sale cinematografiche. Inutile dire che i confronti con lopera di John Lasseter sono dobbligo. Parimenti necessaria, tuttavia, appare la preliminare puntualizzazione sulla natura del prodotto. Diversamente da Toy Story, il primo film danimazione interamente realizzato al computer, Buzz Lightyear si avvale di una struttura più marcatamente cartoonistica. Al di là di una speciale sequenza di apertura, realizzata dagli Studios della Pixar ed avente per protagonisti Buzz, Woody e la loro allegra combriccola, il resto del lavoro di Ted Stones presenta una veste grafica più vicina ad un cartone di produzione seriale che ad un film danimazione digitale. Un particolare non di poco conto, se si pensa al complessivo (e decisamente meno suggestivo) impatto sul pubblico. Dal punto di vista narrativo, lo schema è volutamente semplificato e più marcatamente adeguato ad un target infantile, in pieno stile Walt Disney. Non a caso, i sentimenti umani, i valori messi in risalto dallavventura sono tra quelli più importanti in fatto di socializzazione primaria dei piccoli: la solidarietà, lamicizia, il coraggio e il senso di giustizia trapelano in modo ineccepibile ed idealizzato, permettendo alla pellicola di espletare appieno la sua funzione pedagogica. La ricchezza delle sfumature cromatiche, la melodia del commento musicale e lironia delle caratterizzazioni dei personaggi contribuiscono ulteriormente a mantenere vivo linteresse dello spettatore per uno spettacolo divertente ma tutto sommato modesto nei contenuti.