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Adrien Brody: un pianista da Oscar
Adrien, straordinariamente bravo, è uno di quegli attori totali, che si immergono talmente nel personaggio da dimenticare se stessi.

26.03.2003 - Autore: Claudia Panichi
Nella notte più incantata del cinema internazionale ha brillato una stella che con il suo sorprendente talento e impressionante bravura è riuscita a superare e vincere persino mostri sacri come quel genio di Jack Nicholson e l'altrettanto pluridecorato Michael Caine. La stella era quella del giovane pianista di Roman Polanski, ovvero Adrien Brody.
La prestigiosa statuetta consegnatagli dall'Academy Awards quale miglior attore protagonista ha decretato ufficialmente la sua affermazione e ormai lo ha lanciato nell'olimpo delle grandi star.
Ma la maestria con cui Adrien ha reso il personaggio del musicista Wladislaw Szpilman nell'acclamato "Il Pianista", non è stata un caso.
Adrien, che come pochi è mostruosamente bravo, è uno di quegli attori totali, che si immergono talmente nel personaggio da dimenticare se stessi. E riescono a farlo dimenticare anche agli altri, nonostante una fisionomia assolutamente particolare: naso importante, occhi scuri penetranti, fisico sottile e nervoso.
Adrien Brody lavora nell'industria dello spettacolo sin da quando aveva dodici anni. Ora, a quasi trenta e dopo circa una ventina di film interpretati, l'attore, nato a New York nel degradato quartiere di Queens, vanta una filmografia di tutto rispetto.
Figlio di due intellettuali, è cresciuto nutrendosi di arte e coltivando sin dal'eta di 4 anni la sua precoce ma infinita passione per la recitazione.
Con il sostegno della madre, la fotoreporter Silvia Plachy, Adrien ha frequentato l'Accademia d'Arte Drammatica, e non c'è da stupirsi se a dodici già recitava nella nota sitcom tv "Anna Mcguire", se a tredici Woody Allen gli ha dato una parte nel suo episodio di "New York Stories" e se dopo un altro anno Steven Soderbergh l'ha voluto co-protagonista di "King of the Hill".
Arrivano poi ruoli chiave in pellicole dirette da grandi autori e registi come Ken Loach, Spike Lee, Barry Levinson, Terrence Malick e infine, Roman Polanski, che lo ha voluto per il suo film più personale, "Il Pianista", ambientato nel ghetto di Varsavia, già vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes 2002.
Infine il trionfo: la straordinaria performance di Wladimir Szpilman gli ha fatto prima guadagnare la nomination come migliore attore ai Golden Globe, poi la nomination agli Oscar, e in conclusione la meritata consegna della bramata statuetta.
Adrien è un attore con camaleontiche capacità, con un'incredibile varietà di alter ego che lo aiutano a calzare a pennello in tutti i ruoli che gli si sono presentati.
Bizzarri i suoi personaggi, talmente originali e totali che risulta davvero difficile scovarvi il vero Adrien. Lui è ciò che interpreta. Sceglie e predilige il cinema di qualità, quello d'autore, piuttosto che ruoli da botteghino ma privi di coscienza e passione.
La sua è una vocazione destinata a rappresentare nel futuro il meglio del cinema mondiale, e a far proseguire quella scuola di grandi attori che dell'arte ne ha fatto un valido mestiere, come Al Pacino, Robert De Niro e Dustin Hoffman.