È morta l'attrice Lucia Bosé. Ad annunciarlo è stato il quotidiano spagnolo El País. L'attrice aveva compiuto 89 anni lo scorso gennaio. Era ricoverata presso un ospedale di Segovia: secondo il quotidiano, le sue condizioni sono peggiorate a causa del coronavirus.
Il figlio Miguel la ricorda con un post su Instagram nel quale scrive: "Cari amici ... vi informo che mia madre Lucía Bosé è appena morta. È già in un posto migliore".

La Bosé raggiunse la celebrità nel 1947, quando vinse il titolo di Miss Italia a soli sedici anni. Nel corso di quarant'anni di carriera è stata diretta da maestri del cinema come Luis Buñuel, Jean Coctaeu e Federico Fellini. Fu la musa di Michelangelo Antonioni che la scelse per Cronaca di un amore (1950) e successivamente per La signora senza camelie (1953). All'inizio della sua carriera ha alternato film d'autore a commedie rosa come Parigi è sempre Parigi (1951) e Le ragazze di Piazza di Spagna (1952).
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Il figlio Miguel la ricorda con un post su Instagram nel quale scrive: "Cari amici ... vi informo che mia madre Lucía Bosé è appena morta. È già in un posto migliore".

La Bosé raggiunse la celebrità nel 1947, quando vinse il titolo di Miss Italia a soli sedici anni. Nel corso di quarant'anni di carriera è stata diretta da maestri del cinema come Luis Buñuel, Jean Coctaeu e Federico Fellini. Fu la musa di Michelangelo Antonioni che la scelse per Cronaca di un amore (1950) e successivamente per La signora senza camelie (1953). All'inizio della sua carriera ha alternato film d'autore a commedie rosa come Parigi è sempre Parigi (1951) e Le ragazze di Piazza di Spagna (1952).
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Nel 1955 sposò il torero Luis Miguel Dominguín. Dal matrimonio nacquero tre figli: Miguel, Lucía e Paola. Il matrimonio fermò la sua carriera per un decennio. Tornata al cinema alla fine degli anni Sessanta, fu diretta dai Taviani in Sotto il segno dello scorpione (1969) e da Fellini in Fellini Satyricon (1969). La ricordiamo anche in Cronaca di una morte annunciata (1987), di Francesco Rosi, L'avaro (1990) di Tonino Cervi, Volevo i pantaloni (1990) di Maurizio Ponzi, Harem Suaré (1999) di Ferzan Ozpetek e più recentemente ne I Viceré (2007) di Roberto Faenza.
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