World Invasion
Per anni sono stati documentati casi di avvistamento di Ufo in tutto il mondo – Buenos Aires, Seoul, Francia, Germania, Cina. Ma nel 2011, quando la Terra sarà sotto l'attacco di forze sconosciute, quelli che erano stati solo degli avvistamenti diventeranno una terrorizzante realtà. Mentre gli esseri umani vedranno distrutte le più grandi città del mondo, Los Angeles resterà l'ultima speranza dell'umanità in una battaglia che nessuno si aspettava. Un Sergente dei Marines (Aaron Eckhart) e la sua nuova squadra saranno chiamati a prendere posizione e a difendere il mondo da un nemico mai visto prima.
Difficile, molto difficile pensare che il cinema americano, o meglio
quello mainstream hollywoodiano, possa continuare a dominare il mercato
occidentale proponendo al pubblico lungometraggi come questo “World Invasion” (in originale “Battle: Los Angeles”). Non è un problema di forma, decisamente interessante, quanto piuttosto di contenuti: negli
ultimi anni non avevamo infatti assistito ad una tanto esplicita e
ridondante apologia del militarismo da parte di un prodotto destinato al
grande pubblico.
Tutte le ovvietà e la retorica appartenenti al peggior cinema di propaganda sono contenute nel film di Jonathan Liebesman:
anche quelli che avrebbero dovuto essere i messaggi più sotterranei ed
arrivare al pubblico in maniera più filtrata vengono proposti con una
sfacciataggine che lascia basiti. Per non parlare poi delle frasi
maciste, dei commenti testosteronici, degli ammiccamenti a personaggi
antidiluviani come John Wayne. La sceneggiatura scritta da Christopher Bertolini è dunque una sequenza praticamente ininterrotta di frasi fatte,
situazioni melense, con cadute tremende di stile come in almeno un paio
di scene in cui un personaggio, davanti all'invasione aliena, esclama
serio: “Non avevo mai visto una cosa del genere…”: ma davvero???
La mancanza totale di finezza narrativa e intelligenza nei dialoghi mina
alla base anche la più che discreta resa estetica di “World Invasion”: già, perché lo stile di ripresa da instant-movie,
l'ambientazione cittadina e gli effetti speciali abbastanza efficaci
alla fine riescono a fare in modo che il prodotto si presenti come uno
spettacolo visivamente valido.
Per quanto riguarda le performance degli attori protagonisti, l'unico a salvarsi è il solito Aaron Eckhart, in virtù di una presenza scenica comunque carismatica. A crollare miseramente è invece Michelle Rodriguez,
la quale quando pronuncia la frase “Non sono qui per il mio bel
faccino” viene probabilmente presa in parola da tutto il pubblico. Ormai
l'attrice si è ritagliata un “tipo fisso” di cui sta decisamente
abusando.
Discreto successo di pubblico negli stati Uniti – dove ha incassato più
di 80 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di 70 – “World Invasion”
è un'opera che spreca il suo indubbio valore cinematografico con una
storia intrisa di patriottismo becero e sottotesti interventisti e
neo-colonialisti. Cinema dozzinale, difficile da digerire.
di Adriano Ercolani