

Ted

Un ragazzo di Boston ha espresso da bambino un desiderio che si è avverato, e il suo orsacchiotto ha così preso vita. Oggi, quello stesso ragazzino è diventato un uomo, ma fatica a entrare nell'età adulta e a legarsi alla ragazza che ama per colpa di quell'orsetto, diventato nel frattempo un indolente e irresponsabile disgraziato.

Prendere lo stereotipo dell'amico immaginario, renderlo reale e
raccontare poi quanto può essere problematico portarselo dietro - in
questo caso si tratta dell'orsetto del cuore - per quasi trent'anni. Per
il suo esordio alla regia cinematografia Seth MacFarlane, autore di una serie d'animazione di culto come “I Griffin”,
ha scelto di ribaltare la visione sdolcinata e buonista di questa
figura per renderla un adulto insoddisfatto, libidinoso, dipendente
dalla marijuana. Ma soprattutto, Ted risulta incapace di lasciar andare
il suo “creatore” umano John, adulto che in questo modo non riesce mai
veramente a crescere ed accettare le proprie responsabilità.
Fin dalle primissime scene dedicate all'infanzia di John capiamo
immediatamente che MacFarlane, nel passaggio al grande schermo, ha
comunque deciso di non risparmiare vetriolo e battute scorrettissime al
pubblico. Rispetto a un trailer che sembrava eccessivamente edulcorato
della comicità corrosiva dell'autore, la prima parte del film è invece ricca di situazioni e momenti di graffiante ironia, che mette alla berlina in particolar modo l'immaturità del comune maschio americano, impersonato da Mark Wahlberg.
Purtroppo col procedere della storia tale incisività inizia ad andare a
intermittenza, e in molte scene il ritmo e il tono del film calano
vistosamente. Anche il finale volutamente più spettacolare e pirotecnico
viene gestito da MacFarlane in maniera molto più scontata. “Ted” assume così un andamento ondivago e lascia presupporre che il regista non abbia ancora trovato il giusto
equilibrio narrativo per esplicitare la sua verve comica più radical dentro una storia di un'ora e quarantacinque minuti.
Detto questo bisogna però ammettere che “Ted” in più di un'occasione rimane un prodotto esilarante e originale. Anche se si ha l'impressione che si stia assistendo a un qualcosa che non possiede la filosofia trasgressiva e coerente de “I Griffin”,
ma soltanto a un divertimento leggero e scanzonato, il lungometraggio
merita comunque di essere visto ed apprezzato. Certo, sarebbe stato
ancora più meritevole con una coppia di protagonisti maggiormente
efficace di Wahlberg e Mila Kunis.
Perché alla fine del film, del trio di personaggi principali
l'orsacchiotto ricreato al computer è nettamente quello più
espressivo...