La terza madre
Sarah, una studentessa americana dotata di facoltà paranormali, apre accidentalmente un'urna, liberando lo spaventoso potere della Mater Lachrymarum. L'energia demoniaca sprigionata scatena un'epidemia di suicidi a Roma, e le streghe di tutto il mondo si danno appuntamento alla città eterna per rendere omaggio alla Mater Lachrymarum. Sarah cercherà di fermare il Male grazie ai suoi poteri extra-sensoriali.
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
La terza madre
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Medusa
DURATA
98 min.
USCITA CINEMA
31/10/2007
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2006
In seguito al ritrovamento di un antico scrigno contenente i segreti delle tre madri, a Roma si risveglia un'ondata di violenza completamente irrazionale. In realtà si tratta del ritorno della più terribile delle tre, la “Madre delle lacrime”, decisa a raccogliere intorno a se un nuovo esercito di streghe maligne. In mezzo a quest'orda di sangue senza fine si trova la giovane Sara Mandy (Asia Argento), che ben presto scopre di avere anche lei dei poteri soprannaturali, e di essere quindi in grado di opporsi alle forze del male. La sua strada verso la verità sarà disseminata di cadaveri e dolore, fino ad arrivare alla resa dei conti con la strega più terribile…
A tre anni dal deludente “Il cartaio” torna al cinema uno dei maestri riconosciuti dell'horror e del thriller italiano, Dario Argento. Sceglie di farlo chiudendo la trilogia dedicata alle streghe, iniziata con “Suspiria” (id., 1977) e portata avanti con “Inferno” (id., 1980).
“La terza madre”, interpretato nel ruolo principale da sua figlia Asia – alla quarta pellicola girata col padre – conferma purtroppo che il “maestro” non possiede più la presa che un tempo aveva sul pubblico. Ciò e probabilmente dovuto al fatto che Argento sembra essere rimasto troppo legato al modo di fare cinema che ne ha segnato le opere migliori, quelle realizzate tra la seconda metà degli anni '70 e la prima del decennio successivo. Un certo tipo di messa in scena, che molto punta su alcuni stilemi basilari e se vogliamo “grezzi” dell'horror, è un tratto distintivo di questo autore, ma è anche un modo di concepire tale genere che sembra ormai del tutto superato. E' già molto tempo che Argento non sembra riuscire a rinnovare la sua visione cinematografica, e si arrabatta tra pessime sceneggiature e lungometraggi molto poco coinvolgenti.
“La terza madre” soffre fondamentalmente di questo problema, e di conseguenza non aggiunge molto a quanto esplicitato dai migliori titoli della filmografia del cineasta. E' un vero peccato, perché in molti momenti la sincerità e l'ispirazione di Argento in questo film sembravano essere ritrovati. Almeno a livello formale infatti questo lavoro denota un netto miglioramento rispetto agli ultimi, sciatti progetti: la fotografia Frederic Fasano ad esempio getta una luce tetra e convincente su una Roma tenebrosa ed angosciante; anche il lavoro sulle scenografie oppressive rispecchia un certo gusto visivo che Argento ha sempre dimostrato nei confronti dei setting delle sue pellicole più famose. Purtroppo a tradire definitivamente anche questa sua ultima fatica è ancora una volta uno script che parte abbastanza bene per poi naufragare in una serie illogica di eventi e situazioni che non portano da nessuna parte, e che soprattutto non fanno paura.
Tutto sommato “La terza madre” risulta non tanto un film totalmente brutto, quanto un'evidente occasione mancata (l'ennesima?) per tornare ai fasti ed ai livelli cinematografici di un tempo.
A tre anni dal deludente “Il cartaio” torna al cinema uno dei maestri riconosciuti dell'horror e del thriller italiano, Dario Argento. Sceglie di farlo chiudendo la trilogia dedicata alle streghe, iniziata con “Suspiria” (id., 1977) e portata avanti con “Inferno” (id., 1980).
“La terza madre”, interpretato nel ruolo principale da sua figlia Asia – alla quarta pellicola girata col padre – conferma purtroppo che il “maestro” non possiede più la presa che un tempo aveva sul pubblico. Ciò e probabilmente dovuto al fatto che Argento sembra essere rimasto troppo legato al modo di fare cinema che ne ha segnato le opere migliori, quelle realizzate tra la seconda metà degli anni '70 e la prima del decennio successivo. Un certo tipo di messa in scena, che molto punta su alcuni stilemi basilari e se vogliamo “grezzi” dell'horror, è un tratto distintivo di questo autore, ma è anche un modo di concepire tale genere che sembra ormai del tutto superato. E' già molto tempo che Argento non sembra riuscire a rinnovare la sua visione cinematografica, e si arrabatta tra pessime sceneggiature e lungometraggi molto poco coinvolgenti.
“La terza madre” soffre fondamentalmente di questo problema, e di conseguenza non aggiunge molto a quanto esplicitato dai migliori titoli della filmografia del cineasta. E' un vero peccato, perché in molti momenti la sincerità e l'ispirazione di Argento in questo film sembravano essere ritrovati. Almeno a livello formale infatti questo lavoro denota un netto miglioramento rispetto agli ultimi, sciatti progetti: la fotografia Frederic Fasano ad esempio getta una luce tetra e convincente su una Roma tenebrosa ed angosciante; anche il lavoro sulle scenografie oppressive rispecchia un certo gusto visivo che Argento ha sempre dimostrato nei confronti dei setting delle sue pellicole più famose. Purtroppo a tradire definitivamente anche questa sua ultima fatica è ancora una volta uno script che parte abbastanza bene per poi naufragare in una serie illogica di eventi e situazioni che non portano da nessuna parte, e che soprattutto non fanno paura.
Tutto sommato “La terza madre” risulta non tanto un film totalmente brutto, quanto un'evidente occasione mancata (l'ennesima?) per tornare ai fasti ed ai livelli cinematografici di un tempo.