La Dura Verità
Abby Richter (Katherine Heigl) è una produttrice di programmi mattutini con grossi problemi sentimentali, sempre alla ricerca dell'uomo perfetto, ma inesorabilmente single. L'aspetta un duro risveglio quando i suoi capi la mettono in coppia con Mike Chadway (Gerard Butler), un duro della TV che promette di rivelare la dura verità su cosa fa scattare gli uomini e le donne.
Nell'eterna battaglia tra i sessi Robert Luketic ci regala il nuovo capitolo hollywoodiano, in cui i protagonisti sono la bella ed un po' bacchettona produttrice televisiva Abby Richter (Katherine Heigl) ed il suo nuovo anchorman, il rude e lascivo Mike Chadway (Gerard Butler).
Costretti loro malgrado a lavorare insieme in un programma che parla di
rapporti tra uomo e donna, i due saranno costretti ad un confronto che
farà scoprire ad entrambi un lato più umano, sia dentro loro stessi che
soprattutto nell'altro.
Il filone della nuova commedia romantica americana vuole che questa
stessa subisca una contaminazione più che evidente con la commedia più
sboccata e ridanciana: i dialoghi sono diventati espliciti, le
situazioni equivoche, insomma il livello che un tempo veniva definito"sophisticated" oggi difficilmente può essere considerato tale. Nuova eroina di questo prodotto contaminato è senz'altro Katherine Heigl che, dopo il successo più che lusinghiero di "Molto incinta" e "27 volte in bianco", questa volta si accoppia col "macho" Gerard Butler in
un lungometraggio che quasi mai riesce a trovare un equilibrio preciso
tra le due anime che sopra abbiamo evidenziato. A funzionare molto meno
è l'aspetto più greve della storia, la volontà precisa negli intenti ma
confusa nella pratica di provare a conquistare anche il pubblico più
giocane con allusioni, riferimenti e scene dalla comicità triviale e
decisamente gratuita. Quando invece "La dura verità"
si ricorda di essere prima di tutto una commedia romantica, ecco che il
tono sale e la pellicola acquista valore: soprattutto la recitazione di
Butler si fa incisiva, e l'umanità che l'attore riesce a far trasparire
dal suo ruolo colpisce l'attenzione dello spettatore.
Ennesima produzione che vuole sfruttare le mode più proficue del
momento cinematografico che l'industria hollywoodiana sta vivendo, "La dura verità"
si rivela un lungometraggio abbastanza fragile, poco centrato, incapace
di trovare un equilibrio preciso nei toni che vuole mettere in scena.
Quando il film spinge il piede sul pedale dell'acceleratore la storia
funziona e ci intenerisce pure, ma purtroppo lo fa in pochissime scene,
e quindi per la maggior parte dei casi assistiamo ad un prodotto
superfiale ed inutilmente volgare.